RECENSIONI
Maurizio Ponticello
La vera storia di Martia Basile
Mondadori, Pag. 336 Euro 19,00
In nessuna pagina de La vera storia di Martia Basile la nostra simpatia di lettori non è andata alla protagonista del romanzo: Martia, giovane donna, abusata, venduta, trattata come merce di scambio da un padre orribile e un marito se possibile ancora peggiore.
Questo di Maurizio Ponticello — giornalista e scrittore, parte del gruppo dei giallisti napoletani — è un romanzo corposo edito da Mondadori, un pugno nello stomaco che è entrato di buon diritto nella prima selezione del Premio Strega. Uno spaccato della condizione femminile nel Seicento, eppure drammaticamente attuale.
Vicenda vera quella di Martia, come dice lo stesso titolo, una storia che si dipana nei primi anni del Seicento, e che fu già narrata dal poeta popolare Giovanni della Carretòla, coetaneo della ragazza. Ponticello, facendo ricorso a un dialetto rivisto e corretto, soprattutto nei dialoghi, riesce a ricostruire e a descriverci in maniera eccezionale la Napoli del viceregno spagnolo a cavallo tra i due secoli. Sentiamo i rumori, gli odori e i sapori della capitale del Viceregno che alcuni anni più tardi avrebbe visto la rivolta (e la follia) di Tommaso Aniello d’Amalfi, “Masaniello”. Qui Martia, una ragazza poco più che adolescente, bellissima con i suoi capelli d’oro diventati famosi in tutta la città, viene ceduta dal padre a Don Domizio “Muzio” Guarnieri, una sorta di commerciante/faccendiere. È con lui che iniziano le sue tribolazioni: Martia è trattata come una schiava, oltraggiata, picchiata, utilizzata come merce di scambio alla mercè di “maschi imbarbariti dalla voglia di sesso”.
Lentamente inizia però anche il suo riscatto, e questo grazie a un gruppo di donne che la introducono ai sortilegi e alla stregoneria. Martia inizia così a difendersi dai colpi di un destino che la vede scendere sempre più in basso. Alla fine riuscirà a reagire e a incontrare, per la prima volta nella sua vita, l’amore, quello dell’ufficiale spagnolo Hermanno Gajola.
Come terminino le vicende di questa donna, che per tutto il Seicento venne considerata una sorta di eroina, non ve lo diciamo. Dovrete leggere la sua “vera” storia fatta di sesso, amore e morte. Il libro merita assai.
di Marco Minicangeli @gattospinoso
Questo di Maurizio Ponticello — giornalista e scrittore, parte del gruppo dei giallisti napoletani — è un romanzo corposo edito da Mondadori, un pugno nello stomaco che è entrato di buon diritto nella prima selezione del Premio Strega. Uno spaccato della condizione femminile nel Seicento, eppure drammaticamente attuale.
Vicenda vera quella di Martia, come dice lo stesso titolo, una storia che si dipana nei primi anni del Seicento, e che fu già narrata dal poeta popolare Giovanni della Carretòla, coetaneo della ragazza. Ponticello, facendo ricorso a un dialetto rivisto e corretto, soprattutto nei dialoghi, riesce a ricostruire e a descriverci in maniera eccezionale la Napoli del viceregno spagnolo a cavallo tra i due secoli. Sentiamo i rumori, gli odori e i sapori della capitale del Viceregno che alcuni anni più tardi avrebbe visto la rivolta (e la follia) di Tommaso Aniello d’Amalfi, “Masaniello”. Qui Martia, una ragazza poco più che adolescente, bellissima con i suoi capelli d’oro diventati famosi in tutta la città, viene ceduta dal padre a Don Domizio “Muzio” Guarnieri, una sorta di commerciante/faccendiere. È con lui che iniziano le sue tribolazioni: Martia è trattata come una schiava, oltraggiata, picchiata, utilizzata come merce di scambio alla mercè di “maschi imbarbariti dalla voglia di sesso”.
Lentamente inizia però anche il suo riscatto, e questo grazie a un gruppo di donne che la introducono ai sortilegi e alla stregoneria. Martia inizia così a difendersi dai colpi di un destino che la vede scendere sempre più in basso. Alla fine riuscirà a reagire e a incontrare, per la prima volta nella sua vita, l’amore, quello dell’ufficiale spagnolo Hermanno Gajola.
Come terminino le vicende di questa donna, che per tutto il Seicento venne considerata una sorta di eroina, non ve lo diciamo. Dovrete leggere la sua “vera” storia fatta di sesso, amore e morte. Il libro merita assai.
di Marco Minicangeli @gattospinoso
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