CINEMA E MUSICA
Adriano Angelini Sut
Lo straniamento dolce degli Antlers, fra suoni stellari e melodie accattivanti.

L'indie-rock migliore, che che ne dicano i tanti "esperti del settore", viene dagli Stati Uniti, non dall'Inghilterra. Un'altra delle testimonianze in questo senso viene da Brooklyn. Gli Antlers originano da lì. Sono al quarto album, due dei quali se li sono autoprodotti. (Ebbene sì anche negli Stati Uniti succede che un gruppo straordinario non riesca a trovare un'etichetta). Questo Burst Apart è un album incantevole. Un ripetersi di atmosfere suadenti, di vezzi vocali, di tristezze diluite in suoni espansi. Su tutte, "No windows", un pezzo in loop di sottofondo con un ritmo cadenzato e la voce magnetica di Peter Silberman che s'impone con grazia. Non hanno uguali. Difficile fare paragoni. A tratti Porcupine Tree, a tratti Radio Dept. Ma più lenti, riflessivi. "I dont want love", è una ballata di una bellezza glaciale e semplice. Il tappeto è synth, il resto è brandelli di chitarra pizzicata, di basso leggero. "French Exit" è una boccata d'aria antica, quella degli Air degli esordi, anche qui un brano con un ritornello malinconico, tutto tastiere e melodiosamente incalzante. "Parentheses" s'appoggia a una ritmica affaticata e la voce di Silberman che cerca di tirarla su. Il brano rockeggia lievemente, in maniera astrale, solo nel finale. "Rolled together" è un inno languido, con tanto di coretto e vibrati. Una parentesi di ulteriore stasi che avvolge l'incantato ascoltatore. Poi il singolo, con tanto di delizioso video live che vi consiglio (http://www.youtube.com/watch?v=wJGH0Cax9eE), e video ufficiale da ammirare (http://www.youtube.com/watch?v=g3KAstxRIZk) da the alternateside.org. Ficcante e tutto sommato decoroso nella sua orecchiabilità. Si torna a sognare con l'intermezzo "Tiptoe" e si riparte in pompa onirica con "Hounds", come se fosse stata scritta sull'Hudson che scivola lentamente in autunno, lontano dal caos newyorkese. Un delirio di bellezza. Un lento con lieve acuto a disegnare la melodia, e la chitarra che potrebbe avvicinarsi ai Sigur Ros se poi la lingua e le atmosfere meno rarefatte ma ugualmente in via di raffinazione non ci ricordassero che stiamo parlando d'altro. Si arriva a "Corsicana" con la consapevolezza che non basta un solo ascolto per entrare pienamente dentro l'album. Il brano è soave. Elettrico ed elegiaco, come un tramonto su una baia rosata man mano che fa buio. Per l'ultimo brano mi sentirei di scomodare il fantasma di Jeff Buckley, ma "Putting the dog to sleep" è troppo bella e unica per poterla paragonare a qualcosa di immortale, rischia di rovinarsi. Buona notte, e ascoltatelo prima di addormentarvi.
The Antlers
Burst Apart
French Kiss Records/Transgressive Records - 2011
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