INTERVISTE
Massimiliano Bruno

Innanziutto i complimenti per l'ottimo film. Ma come ti è venuta una storia così?
E' venuta leggendo i giornali e avendo voglia di fare un film finalmente su una donna in un paese che racconta di solito solo storie di uomini. Poi la Cortellesi è troppo brava per non scriverle un film cucito su misura.
Parliamo della scelta degli attori. Raoul Bova e un misterioso Valerio Mastrandrea.
Raoul è al suo primo ruolo coatto e comico. E' una scelta in controtendenza in un ruolo difficile e complicato. Credo che abbia fatto la sua migliore interpretazione. Fa ridere, piace ed è bravissimo. Valerio è un amico e avevo piacere ad averlo con noi nel mio primo film, si è prestato gentilmente a fare il narratore della storia e anche un cameo divertente come cliente di Anna Foglietta.
Paola Cortellesi convincente anche in una parte che da semi-seria si trasforma in quasi dramma. Sei riuscito a tirarle fuori quel residuo talento che le serviva per farla diventare una grande attrice italiana?
Il talento l'ha tirato fuori da sola in questi anni dove è passata dalla Gialappa's alla serata del sabato sera con Morandi, ha presentato il concerto del primo maggio, ha fatto tanti bei film al cinema. Le mancava un ruolo da protagonista assoluta per poter dimostrare quello che vale. In questo momento è la miglior attrice italiana secondo me.
Quanto ti ha influenzato la commedia spagnola contemporanea a partire da Almodovar?
In parte le atmosfere Almodovariane hanno di sicuro arieggiato nel nostro film. Ho pensato molto anche a film inglesi che affondano nel sociale (Billy Elliot, Grazie signora Tatcher) e alla grande commedia Italia di Scola e Monicelli. Chi fa l'autore poi a volte è influenzato da elementi che nemmeno sa di avere dentro. Alcuni articoli hanno citato Ozpetek per la cena in terrazza del mio film, altri Il Dramma Della gelosia di Scola per il percorso di periferia. Poi vabbè ci sono citazioni volute come quella ad Ecce Bombo di Nanni Moretti e a Spike Lee.
Secondo me hai ridato dignità a Roma e ai romani con questo film. Non solo macchiette per 'Zelig' o 'Il Grande Fratello' ma personaggi con una storia importante alle spalle. Soprattutto, i "periferici" col cuore...
La periferia italiana è il cuore del paese. Roma è la capitale e va glorificata per questo. Le borgate non sono come ce le descrivono molti giornali, hanno anche molte cose positive. Roma è la mia città e la amo, amo i romani, amo la caparbietà e la solidarietà di questa città
La tua è una commedia, e questo lo dico io, una spanna sopra a tutte le commediole sciatte dei grandi registi affermati che ci ammorbano coi soliti attorucoli raccomandati. Ma tu hai un'arma segreta, il teatro che hai fatto, non è vero?
Il teatro è la mia linfa vitale. Con Paola abbiamo cominciato proprio da lì, da palchi piccoli e polverosi. Il teatro è sacrificio, povertà, popolo. Il cinema invece è un lavoro meraviglioso con cui riesci a dire alcune cose e a volte te lo permettono. La televisione è un lavoro e basta.
Bisserai come sceneggiatore o proseguirai sull'onda di questo inaspettato successo?
Voglio subito dedicarmi al mio secondo film. Si chiamerà Viva L'Italia e racconterà il marcio di questo paese... sempre ridendoci su ovviamente.
Ci dici qualcosa sull'Italia cinematografica contemporanea?
C'è fermento soprattutto dal punto di vista della commedia. La qualità c'è e si vede dai risultati internazionali negli ultimi dieci anni. Germano vince a Cannes, alcuni film escono all'estero. Dobbiamo pulirci un po' dall'italianità che ci ghettizza e accettare di più di aprirci all'estero. Il futuro sta nella commistione con l'Europa secondo me. Comunque il fatto che i film italiani siano andati bene quest'anno è molto positivo. Sono ottimista. E' il momento di novità!
E' venuta leggendo i giornali e avendo voglia di fare un film finalmente su una donna in un paese che racconta di solito solo storie di uomini. Poi la Cortellesi è troppo brava per non scriverle un film cucito su misura.
Parliamo della scelta degli attori. Raoul Bova e un misterioso Valerio Mastrandrea.
Raoul è al suo primo ruolo coatto e comico. E' una scelta in controtendenza in un ruolo difficile e complicato. Credo che abbia fatto la sua migliore interpretazione. Fa ridere, piace ed è bravissimo. Valerio è un amico e avevo piacere ad averlo con noi nel mio primo film, si è prestato gentilmente a fare il narratore della storia e anche un cameo divertente come cliente di Anna Foglietta.
Paola Cortellesi convincente anche in una parte che da semi-seria si trasforma in quasi dramma. Sei riuscito a tirarle fuori quel residuo talento che le serviva per farla diventare una grande attrice italiana?
Il talento l'ha tirato fuori da sola in questi anni dove è passata dalla Gialappa's alla serata del sabato sera con Morandi, ha presentato il concerto del primo maggio, ha fatto tanti bei film al cinema. Le mancava un ruolo da protagonista assoluta per poter dimostrare quello che vale. In questo momento è la miglior attrice italiana secondo me.
Quanto ti ha influenzato la commedia spagnola contemporanea a partire da Almodovar?
In parte le atmosfere Almodovariane hanno di sicuro arieggiato nel nostro film. Ho pensato molto anche a film inglesi che affondano nel sociale (Billy Elliot, Grazie signora Tatcher) e alla grande commedia Italia di Scola e Monicelli. Chi fa l'autore poi a volte è influenzato da elementi che nemmeno sa di avere dentro. Alcuni articoli hanno citato Ozpetek per la cena in terrazza del mio film, altri Il Dramma Della gelosia di Scola per il percorso di periferia. Poi vabbè ci sono citazioni volute come quella ad Ecce Bombo di Nanni Moretti e a Spike Lee.
Secondo me hai ridato dignità a Roma e ai romani con questo film. Non solo macchiette per 'Zelig' o 'Il Grande Fratello' ma personaggi con una storia importante alle spalle. Soprattutto, i "periferici" col cuore...
La periferia italiana è il cuore del paese. Roma è la capitale e va glorificata per questo. Le borgate non sono come ce le descrivono molti giornali, hanno anche molte cose positive. Roma è la mia città e la amo, amo i romani, amo la caparbietà e la solidarietà di questa città
La tua è una commedia, e questo lo dico io, una spanna sopra a tutte le commediole sciatte dei grandi registi affermati che ci ammorbano coi soliti attorucoli raccomandati. Ma tu hai un'arma segreta, il teatro che hai fatto, non è vero?
Il teatro è la mia linfa vitale. Con Paola abbiamo cominciato proprio da lì, da palchi piccoli e polverosi. Il teatro è sacrificio, povertà, popolo. Il cinema invece è un lavoro meraviglioso con cui riesci a dire alcune cose e a volte te lo permettono. La televisione è un lavoro e basta.
Bisserai come sceneggiatore o proseguirai sull'onda di questo inaspettato successo?
Voglio subito dedicarmi al mio secondo film. Si chiamerà Viva L'Italia e racconterà il marcio di questo paese... sempre ridendoci su ovviamente.
Ci dici qualcosa sull'Italia cinematografica contemporanea?
C'è fermento soprattutto dal punto di vista della commedia. La qualità c'è e si vede dai risultati internazionali negli ultimi dieci anni. Germano vince a Cannes, alcuni film escono all'estero. Dobbiamo pulirci un po' dall'italianità che ci ghettizza e accettare di più di aprirci all'estero. Il futuro sta nella commistione con l'Europa secondo me. Comunque il fatto che i film italiani siano andati bene quest'anno è molto positivo. Sono ottimista. E' il momento di novità!
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