RECENSIONI
Olivier Adam
Peso leggero
Minimum fax, Pag. 123 Euro 10,00
Le storie scritte del pugilato vanno di pari passo con le sorti del pugilato sport. Non mi pare che ci sia questo grande interesse per una disciplina che ha avuto dei trascorsi leggendari e che oggi sale alla ribalta sono in occasioni di grandi eventi o nell'agone olimpico. Anche il cinema che ha sempre avuto un occhio di riguardo per le vicende degli 'eroi' del ring, ultimamente sta un po' a guardare; non è un caso che l'ultima pellicola sia un documentario su una figura mitica del passato: Primo Carnera.
Peso leggero di Olivier Adam lo racconta per vie traverse, nel senso che è lungi dall'essere l'elemento principale, ma ne fa una sorta di paravento, o se vogliamo, per rimanere in tema, lo usa come se fosse un punching ball: buono per uno sfogo o per un allenamento.
Su Olivier Adam verrebbe da dire altro: elemento relativamente nuovo del panorama transalpino, nella sua narrativa si riscontrano sostanze che ritornano ossessivamente e che ne fanno una figura irregolare e un po' maudit (ma i francesi un po' ci hanno abituati a questo. Ricordo l'allure che costruirono attorno a Cyrill Collard, sfortunato scrittore degli anni ottanta, morto di AIDS e al suo romanzo Les nuits fauves).
Ma al di là di questa sorta di iconografia l'arte narrativa di Adam ci piace: eccome! Già nel precedente romanzo, sempre pubblicato da Minimum fax, ed esattamente Stai tranquilla, io sto bene, la vicenda della ragazza che andava alla ricerca del fratello improvvisamente scomparso aveva affascinato per la sottigliezza psicologica e per quel fraseggio crudo ed essenziale che è ancor di più determinante in Peso leggero.
Che è una vera e propria discesa negli inferi: la progressiva distanziazione dalla realtà del protagonista, Antoine, che di giorno seppellisce morti e di sera si allena in una palestra di periferia, avviene sì gradualmente, ma attraverso segni che potrebbero paradossalmente non alienarlo. Cioè a dire: il distacco mentale del personaggio si compie non per accidenti o consumazione di sé, ma per allontanamento dal mondo (e da questo punto di vista ognuno di noi potrebbe essere vittima di questo inarrestabile svicolamento dal reale).
Anche se l'elemento autobiografico costituisce una traccia indelebile: Antoine percepisce l'affettività attraverso flash e sketch che lo rinviano ad un passato difficile. Dunque di memoria in memoria (e andrebbero a cecio, ora, anche quei versi di Fossati... di stazione in stazione, e di porta in porta, e di pioggia in pioggia e di dolore in dolore).
Peso leggero (titolo tradotto letteralmente dal francese) rinvia ad un'intelligente ironia: quel che nel pugilato è una categoria, nella vita potrebbe non avere un'equivalenza. D'altronde Kundera ci aveva insegnato che l'essere è caratterizzato da una 'insostenibile' leggerezza.
di Alfredo Ronci
Peso leggero di Olivier Adam lo racconta per vie traverse, nel senso che è lungi dall'essere l'elemento principale, ma ne fa una sorta di paravento, o se vogliamo, per rimanere in tema, lo usa come se fosse un punching ball: buono per uno sfogo o per un allenamento.
Su Olivier Adam verrebbe da dire altro: elemento relativamente nuovo del panorama transalpino, nella sua narrativa si riscontrano sostanze che ritornano ossessivamente e che ne fanno una figura irregolare e un po' maudit (ma i francesi un po' ci hanno abituati a questo. Ricordo l'allure che costruirono attorno a Cyrill Collard, sfortunato scrittore degli anni ottanta, morto di AIDS e al suo romanzo Les nuits fauves).
Ma al di là di questa sorta di iconografia l'arte narrativa di Adam ci piace: eccome! Già nel precedente romanzo, sempre pubblicato da Minimum fax, ed esattamente Stai tranquilla, io sto bene, la vicenda della ragazza che andava alla ricerca del fratello improvvisamente scomparso aveva affascinato per la sottigliezza psicologica e per quel fraseggio crudo ed essenziale che è ancor di più determinante in Peso leggero.
Che è una vera e propria discesa negli inferi: la progressiva distanziazione dalla realtà del protagonista, Antoine, che di giorno seppellisce morti e di sera si allena in una palestra di periferia, avviene sì gradualmente, ma attraverso segni che potrebbero paradossalmente non alienarlo. Cioè a dire: il distacco mentale del personaggio si compie non per accidenti o consumazione di sé, ma per allontanamento dal mondo (e da questo punto di vista ognuno di noi potrebbe essere vittima di questo inarrestabile svicolamento dal reale).
Anche se l'elemento autobiografico costituisce una traccia indelebile: Antoine percepisce l'affettività attraverso flash e sketch che lo rinviano ad un passato difficile. Dunque di memoria in memoria (e andrebbero a cecio, ora, anche quei versi di Fossati... di stazione in stazione, e di porta in porta, e di pioggia in pioggia e di dolore in dolore).
Peso leggero (titolo tradotto letteralmente dal francese) rinvia ad un'intelligente ironia: quel che nel pugilato è una categoria, nella vita potrebbe non avere un'equivalenza. D'altronde Kundera ci aveva insegnato che l'essere è caratterizzato da una 'insostenibile' leggerezza.
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