RECENSIONI
Laila Cresta
Povera piccola
Albatros, Pag. 182 Euro 14,90
Non ci piace l'editoria a pagamento. Come non ci piacciono i corsi di scrittura creativa (sono come le scuole per parrucchieri, alla fine ci si ritrova un esercito di 'creativi' che tagliano tutti allo stesso modo). Purtroppo nelle forche caudine dei lucratori dell'editoria cadono in molti: perché siamo un paese di santi, navigatori e poeti (anzi poetastri) e aggiungiamo scrittorucoli.
Ne arriva di carta straccia: che andrebbe trattata come i vecchi elenchi del telefono nelle cabine, cioè se ne strappa una pagina, quella che più fa al caso nostro e il resto lo si butta. Sempre che ci sia una pagina da strappare.
Povera piccola fa eccezione, ma senza che si possa gridare al miracolo, al massimo possiamo alitare uno sbuffo di pazienza.
Fa eccezione non nel genere, ma nella costruzione. Perché, ohibò, siamo di fronte ad un altro noir (e che vi possiamo fare, se non si 'bazzicano' delitti e misfatti non vi è più letteratura), ma noir dalle connotazioni curiose e un po' retro.
Setting inusuale (una tranquilla cittadina dell'Ile-de- France) ed un bandolo della matassa fittamente intrecciato, quasi fosse una saga strapaesana.
Tre morti (uno scienziato, un vagabondo ed una vecchia prostituta da arsenico e vecchi merletti) due commissari, uno più anziano ed un pischello ed altre figure 'combinate' tra loro.
Atmosfera, a volte, sottilmente simenoniana, dove all'investigazione tecnica (di moda e molto in questo periodo) si preferisce il ragionamento e gli scossoni emotivi ed una problematica di fondo che invece sfida la voga: la pedofilia.
Impaginato fastidiosamente (eh sì, anche certe pinzillacchere di metodo possono costituire un impiccio), il libro si lascia leggere con una certa noncuranza: non ci sono improvvisi coupe de théâtre per cui ci si debba fermare di botto o che il cuore perda colpi. Però la trama ha una sua ragion d'essere e tiene fino alla fine, con un guizzo che per un giallo di mestiere è più che condizione necessaria.
Se a tutto questo si aggiunga anche la presenza di una sorta di dark lady in età avanzata, il lettore curioso e smaliziato può perfettamente capire se Povera piccola può rappresentare una probabile lettura oppure no. Noi con uno sforzo di benevolenza non possiamo che mantenerci, nel giudizio, nella medietà più assoluta.
di Alfredo Ronci
Ne arriva di carta straccia: che andrebbe trattata come i vecchi elenchi del telefono nelle cabine, cioè se ne strappa una pagina, quella che più fa al caso nostro e il resto lo si butta. Sempre che ci sia una pagina da strappare.
Povera piccola fa eccezione, ma senza che si possa gridare al miracolo, al massimo possiamo alitare uno sbuffo di pazienza.
Fa eccezione non nel genere, ma nella costruzione. Perché, ohibò, siamo di fronte ad un altro noir (e che vi possiamo fare, se non si 'bazzicano' delitti e misfatti non vi è più letteratura), ma noir dalle connotazioni curiose e un po' retro.
Setting inusuale (una tranquilla cittadina dell'Ile-de- France) ed un bandolo della matassa fittamente intrecciato, quasi fosse una saga strapaesana.
Tre morti (uno scienziato, un vagabondo ed una vecchia prostituta da arsenico e vecchi merletti) due commissari, uno più anziano ed un pischello ed altre figure 'combinate' tra loro.
Atmosfera, a volte, sottilmente simenoniana, dove all'investigazione tecnica (di moda e molto in questo periodo) si preferisce il ragionamento e gli scossoni emotivi ed una problematica di fondo che invece sfida la voga: la pedofilia.
Impaginato fastidiosamente (eh sì, anche certe pinzillacchere di metodo possono costituire un impiccio), il libro si lascia leggere con una certa noncuranza: non ci sono improvvisi coupe de théâtre per cui ci si debba fermare di botto o che il cuore perda colpi. Però la trama ha una sua ragion d'essere e tiene fino alla fine, con un guizzo che per un giallo di mestiere è più che condizione necessaria.
Se a tutto questo si aggiunga anche la presenza di una sorta di dark lady in età avanzata, il lettore curioso e smaliziato può perfettamente capire se Povera piccola può rappresentare una probabile lettura oppure no. Noi con uno sforzo di benevolenza non possiamo che mantenerci, nel giudizio, nella medietà più assoluta.
di Alfredo Ronci
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