RECENSIONI
Ned Beauman
Pugni, svastiche, scarabei
Sironi editore, Pag. 288 Euro 18,00
Non sembra aver avuto riscontri critici degni di nota il crepitante, a tratti esilarante romanzo d'esordio Pugni, svastiche, scarabei (Sironi Editore) del bravo Ned Beauman, londinese ventiseienne, in patria considerato l'erede di Martin Amis.
A parte le impegnative ma curiosamente disinvolte osservazioni-previsioni di una pubblicistica vaticinante e approssimativa, di certo Beauman è un ragazzo di talento, capace di maneggiare la tradizione letteraria con maestria. La freschezza di queste pagine lascia intravedere l'energia tipica di chi ha fiducia nel racconto, una verve che immette sangue vivo e giovane dentro una prosa e una struttura già ben addestrate, fluida e di apprezzabilissima agilità ritmica. Son buoni anche i dialoghi e la storia diverte.
C'è all'inizio un ragazzo puteolente, non perché sciatto e trascurato, ma ahilui afflitto da una malattia rara, la trimetilaminuria: qualsiasi rimedio provi a utilizzare, non può far nulla contro la puzza di pesce con cui appesta i posti che frequenta. Peraltro è un eccentrico, visto che colleziona cimeli dell'epoca nazista e si mostra capace di fare affari niente male, specie in rete. La storia cambia allorché Fishy s'imbatte nel cadavere di un collega. La scena apre così il racconto verso una struttura da spy story, ma la tonalità caustica di un comico d'alto stile sollecita nel lettore da una parte un gusto cerebrale – questo sì, non lontano dall'esempio di Amis, scrittore che cerca lettori intelligenti più che sentimentali – dall'altra una curiosità gioviale come quella che ci dispone al racconto d'avventura.
A ogni modo, il mistero legato all''omicidio ci conduce negli anni Trenta in Inghilterra. Qui troviamo Seth "Sinner" Roach, un bel tipo di carogna, un pugile, ebreo, piccolo ma rabbioso, pieno di una forza che egli stesso fatica a governare. Non ultimo, è omosessuale. Questa combinazione costituisce un richiamo irresistibile per l'entomologo filofascista e antisemita Philip Erskine, apprendista stregone dell'eugenetica. Se Hitler aveva detto che "il giovane tedesco dovrà essere agile e snello, veloce come un levriero, duro come cuoio e forte come l'acciaio Krupp", e tacendo riguardo all'affare non di poco momento dell'altezza, per Erskine il pischello ebreo che dà di pugni come nessun altro ma non arriva al metro e mezzo è un bel rompicapo. Non sa Erskine che andare a caccia di rogne significa quasi sempre trovarle. Che la sua vita sta per complicarsi maledettamente. All'alternanza dei piani temporali e degli ambienti sociali, da bravo stilista del comico Beauman fa slittare lingua e tono dal basso verso l'altro e viceversa (l'efficace traduzione è di Giuseppe Vottari). La "mesaillance" è il contrario dell'eugenetica, dentro e fuori di metafora. Del resto, non a caso l'Adorno citato in epigrafe dice che "la dissonanza è la verità sull'armonia".
di Michele Lupo
A parte le impegnative ma curiosamente disinvolte osservazioni-previsioni di una pubblicistica vaticinante e approssimativa, di certo Beauman è un ragazzo di talento, capace di maneggiare la tradizione letteraria con maestria. La freschezza di queste pagine lascia intravedere l'energia tipica di chi ha fiducia nel racconto, una verve che immette sangue vivo e giovane dentro una prosa e una struttura già ben addestrate, fluida e di apprezzabilissima agilità ritmica. Son buoni anche i dialoghi e la storia diverte.
C'è all'inizio un ragazzo puteolente, non perché sciatto e trascurato, ma ahilui afflitto da una malattia rara, la trimetilaminuria: qualsiasi rimedio provi a utilizzare, non può far nulla contro la puzza di pesce con cui appesta i posti che frequenta. Peraltro è un eccentrico, visto che colleziona cimeli dell'epoca nazista e si mostra capace di fare affari niente male, specie in rete. La storia cambia allorché Fishy s'imbatte nel cadavere di un collega. La scena apre così il racconto verso una struttura da spy story, ma la tonalità caustica di un comico d'alto stile sollecita nel lettore da una parte un gusto cerebrale – questo sì, non lontano dall'esempio di Amis, scrittore che cerca lettori intelligenti più che sentimentali – dall'altra una curiosità gioviale come quella che ci dispone al racconto d'avventura.
A ogni modo, il mistero legato all''omicidio ci conduce negli anni Trenta in Inghilterra. Qui troviamo Seth "Sinner" Roach, un bel tipo di carogna, un pugile, ebreo, piccolo ma rabbioso, pieno di una forza che egli stesso fatica a governare. Non ultimo, è omosessuale. Questa combinazione costituisce un richiamo irresistibile per l'entomologo filofascista e antisemita Philip Erskine, apprendista stregone dell'eugenetica. Se Hitler aveva detto che "il giovane tedesco dovrà essere agile e snello, veloce come un levriero, duro come cuoio e forte come l'acciaio Krupp", e tacendo riguardo all'affare non di poco momento dell'altezza, per Erskine il pischello ebreo che dà di pugni come nessun altro ma non arriva al metro e mezzo è un bel rompicapo. Non sa Erskine che andare a caccia di rogne significa quasi sempre trovarle. Che la sua vita sta per complicarsi maledettamente. All'alternanza dei piani temporali e degli ambienti sociali, da bravo stilista del comico Beauman fa slittare lingua e tono dal basso verso l'altro e viceversa (l'efficace traduzione è di Giuseppe Vottari). La "mesaillance" è il contrario dell'eugenetica, dentro e fuori di metafora. Del resto, non a caso l'Adorno citato in epigrafe dice che "la dissonanza è la verità sull'armonia".
di Michele Lupo
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