RECENSIONI
Alessandro Vigliani
Sangue e fango
Asso Edizioni, Pag. 187 Euro 13,00
Chi è il misterioso Asso che all'inizio del romanzo Sangue e fango entra prepotentemente nella storia del protagonista, un povero autista di provincia, e lo costringe in men che non si dica a cambiare la sua vita mediocre e ripetitiva? Alessandro Vigliani torna a poca distanza dal suo esordio, Virus, con un romanzo decisamente più convincente. Lo fa appoggiandosi a una lingua incalzante, creando atmosfere urbane infestate, spingendoci ai margini, insieme al protagonista, Alex, che non viene mai nominato dagli altri (nessuno nel romanzo si chiama per nome). In breve, il malcapitato si ritrova fra le grinfie di questo enigmatico bandito gentiluomo, ma cinico e sporco, spietato e divertente: cosa vuole da lui?
Si direbbe niente. Si direbbe lo abbia accalappiato, costretto a una sorta di iniziazione continua per il mero gusto del gioco. Un gioco in cui Asso non è solo, ha una banda, formata da una puttana, Arianna, un energumeno, Tenaglia. Dove vivono? Non lo sappiamo. Il povero autista si ritrova dentro una specie di grotta, forse un capannone industriale abbandonato, privato di tutto quello che aveva a che fare con la sua vita passata. E che fa?
Innanzitutto si accorge che è da lì che arrivano gli strani volantini che ritrovava di quando in quando in città e con sopra scritti degli slogan, delle frasi a effetto contro il Sistema. Poi, all'improvviso, capirà che Asso è un appassionato di auto da corsa e gli farà provare l'ebbrezza delle gare di velocità estreme, quelle in cui ci si ferma il più vicino possibile a un muro arrivando a tutta velocità. Se non ci si sfracella prima.
La vita di Alex a poco a poco cambia. Imparerà a convivere con quella specie di nuovo mondo de-civilizzato ma probabilmente più vero perché meno ipocrita. E la verità, come ben sappiamo, è sempre poco digeribile. Nonostante tutto, il nostro malcapitato inizierà ad abituarsi e alla fine, proprio quando gli si presenterà la possibilità di liberarsi da quella sorta di prigionia, il romanzo ci sorprende. E Alex pure.
Vivacizzato da uno stile graffiante e irriverente, esattamente come Asso che sembra uscito da un film di Kusturica, Sangue e Fango disturba proprio come deve fare un buon romanzo. Rimette in discussione le certezze, irrita le nostre sicurezze, disillude gli illusi dei tanti nuovi mondi possibili e dei soliti vecchi mondi incancreniti. La banda di Asso segue la regola dell'estremo, le auto e la velocità ne sono un emblema (il romanzo è anche un omaggio a James Dean). Le atmosfere lasciano interdetti, il puzzo del sangue e del fango (e non solo) permeano gli ambienti e ci impediscono di ricordare com'era dolce il profumo del nostro benessere.
Convincenti e mai banali i dialoghi. Accattivanti i cattivi. Come potrebbe essere diversamente? Un libro punk, dark, forse un sussulto del ribellismo anni'50 che ha trovato in Vigliani un medium per tornare a farci visita.
di Adriano Angelini Sut
Si direbbe niente. Si direbbe lo abbia accalappiato, costretto a una sorta di iniziazione continua per il mero gusto del gioco. Un gioco in cui Asso non è solo, ha una banda, formata da una puttana, Arianna, un energumeno, Tenaglia. Dove vivono? Non lo sappiamo. Il povero autista si ritrova dentro una specie di grotta, forse un capannone industriale abbandonato, privato di tutto quello che aveva a che fare con la sua vita passata. E che fa?
Innanzitutto si accorge che è da lì che arrivano gli strani volantini che ritrovava di quando in quando in città e con sopra scritti degli slogan, delle frasi a effetto contro il Sistema. Poi, all'improvviso, capirà che Asso è un appassionato di auto da corsa e gli farà provare l'ebbrezza delle gare di velocità estreme, quelle in cui ci si ferma il più vicino possibile a un muro arrivando a tutta velocità. Se non ci si sfracella prima.
La vita di Alex a poco a poco cambia. Imparerà a convivere con quella specie di nuovo mondo de-civilizzato ma probabilmente più vero perché meno ipocrita. E la verità, come ben sappiamo, è sempre poco digeribile. Nonostante tutto, il nostro malcapitato inizierà ad abituarsi e alla fine, proprio quando gli si presenterà la possibilità di liberarsi da quella sorta di prigionia, il romanzo ci sorprende. E Alex pure.
Vivacizzato da uno stile graffiante e irriverente, esattamente come Asso che sembra uscito da un film di Kusturica, Sangue e Fango disturba proprio come deve fare un buon romanzo. Rimette in discussione le certezze, irrita le nostre sicurezze, disillude gli illusi dei tanti nuovi mondi possibili e dei soliti vecchi mondi incancreniti. La banda di Asso segue la regola dell'estremo, le auto e la velocità ne sono un emblema (il romanzo è anche un omaggio a James Dean). Le atmosfere lasciano interdetti, il puzzo del sangue e del fango (e non solo) permeano gli ambienti e ci impediscono di ricordare com'era dolce il profumo del nostro benessere.
Convincenti e mai banali i dialoghi. Accattivanti i cattivi. Come potrebbe essere diversamente? Un libro punk, dark, forse un sussulto del ribellismo anni'50 che ha trovato in Vigliani un medium per tornare a farci visita.
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