Attualità
Streghe
Yoko, la strega giapponese. Quanto ci stava antipatica mezzo secolo fa questa giapponese perfida che aveva provocato la catastrofe dei Beatles! Tutti noi, sessantottini liberati, ma sotto sotto ancora maschietti da branco, a dare addosso a questa donna non bella, e quindi incompatibile con il ruolo di distruttrice di famiglie (chiaro che per noi il quartetto dei Beatles era una famiglia), che non conoscevamo e alla quale credevamo di essere autorizzati ad attribuire il ruolo destabilizzante sull’angelo John, che fino a quel momento ci aveva rappresentati.

I detective dell'occulto: L’estate segreta di Babe Hardy di Fabio Lastrucci
Una delle tradizioni di cui si sente più la mancanza in Italia è il postmoderno. Normalmente quindi il mio approccio verso i nostri scrittori in questo campo è un po’ di parte. Soprattutto quando il mix dei generi riguarda l’ambito commerciale le lacune si fanno spesso sentire in maniera pesante. Figuratevi il mio stupore nello scoprire quindi nel romanzo di Lastrucci un prodotto in grado di competere finalmente con gli scrittori internazionali.
Rhinoceros & ecstasy
Rinoceronte. Venerdì 12, tarda mattina. Una normale foto turistica: l’arco di Giano con dietro l’arco degli Argentari e la chiesa del Velabro. Un cipresso e un muraglione. Nessuna traccia di edifici moderni. E lì a sinistra, incongruo, un animalaccio che bruca fra i sanpietrini. Di che si tratta?

Stranimondi 2018
Ah, la magia di Stranimondi! Vedi materializzarsi in carne e ossa persone che prima erano solo “contatti” su facebook, e tutto sommato sono come te le aspettavi ed è lo stesso una sorpresa. E incontri altri che conoscevi, sì, ma non vedevi da un anno, e la sorpresa è che il discorso riprende come se non si fosse mai interrotto.
Il fascino dell'ulcera
A Roma, a Trastevere, c’è un luminoso esempio dell’architettura di regime: la sede della Gio-ventù Italiana del Littorio - GIL (ora naturalmente Ex). E’ un edificio vestito di quella essenziale bellezza lineare che avevano raggiunto i palazzi pubblici nella prima metà degli anni trenta, soprattut-to quando la loro progettazione era messa in mano a gente in gamba, come in questo caso Luigi Moretti.
Cocci e coccetti
Museo etrusco di Villa Giulia: sale ricolme di frammenti di ceramica, bucchero, terracotta; anche di vasi interi, ovvio, a figure geometriche e non su fondo scuro e chiaro, nere su fondo argilla, e rosse su fondo nero. Alcuni pezzi sono belli, altri bellissimi, la maggior parte sono, naturalmente, cocci da specialisti.
Un pollaio a Palazzo Madama
Il turista con un minimo di sensibilità estetica che ha appena fatto un giro intorno alle mirabili fonta-ne di Piazza Navona è probabilmente sull’orlo della famosa sindrome di Stendhal e avrebbe bisogno di un’oretta per riprendersi, magari seduto al bar Tre Scalini davanti a un bel tartufo gelato.
Pantegana Jones (alla ricerca della villa perduta)
La lussureggiante vegetazione, da cui si alzano misteriosi fruscii, ricopre di un manto impenetrabile le sponde del fiume, incombe un caldo afoso, la corrente è trafitta dai cormorani a pesca di piranha. Ma… un momento! Lontane si intravedono le arcate di Ponte Milvio.
Tutti presenti tranne i morti (col resto di uno)
Accademia Filarmonica Romana, Rassegna Opus, Sala Casella, 11 luglio. Un programma di nove pezzi brevi. Cinque compositori presenti (nel programma e in sala, in quanto vivi): Fausto Sebastiani, Stefano Cucci (anche eccellente direttore delle varie formazioni avvicendatesi sul palcoscenico), Ada Gentile, Nicola Piovani, Albino Taggeo. Tre assenti per causa di forza maggiore: Igor Stravinskij, Astor Piazzolla, George Gershwin. L’uno che avanza: Ennio Morricone, il quale, raggiunti i novant’anni, è ormai entrato nel limbo dei monumenti superumani.
Tirolesizzarsi
Oggi, 7 luglio 2018, dopo anni di oblio, il castello di Giulio II al borgo di Ostia Antica, finalmente restaurato, riapre al pubblico. Naturalmente ci siamo precipitati. E abbiamo fatto bene perché in una sola gita ci siamo chiariti ben tre temi che ci ronzano in testa in questi giorni: l’irresistibile tendenza verso la tirolesizzazione dei siti turistici, la damnatio memoriae spiegata con un esempio semplice e massiccio, e l’apparizione della pinsa nell’Agro Pontino.
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