Attualità

La fantascienza romantica di Ray Bradbury: 'Cronache marziane'.
Il 5 giugno è morto Ray Bradbury. La sua 'colpa' maggiore è stata quella di aver scritto un capolavoro Farenheit 451 ed un famosissimo regista francese di averne fatto da questo un bellissimo film. E i meno attenti (giornalisti, lettori distratti e persone superficiali) si sono fermati lì. Ma la scrittore dell'Illinois ha rallegrato la nostra giovinezza con storie altrettanto affascinanti e poetiche: Paese d'ottobre, L'estate incantata, Il popolo dell'autunno, e soprattutto con l'opera prima Cronache marziane. E di quest'ultima ne abbiamo analizzato i contenuti.

L'anima tra vicariato e tornaconto
Non sono un teologo, né ho fatto studi a riguardo e nemmeno sono un filosofo, ma tenterei di parlar di etica e religione a proposito di un articolo apparso sull'inserto La lettura de 'Il Corriere della Sera' in data 13 maggio 2012 e di un libro che ho appena finito di leggere: La macchina degli abbracci di Temple Grandin etologa di fama internazionale.
L'estensore dell'articolo apparso sul quotidiano, Francesco Cevasco, affronta il tema del 'corpo' del romanzo e si pone una domanda: perché non possiamo che scrivere da cattolici?

L'ennesima sigaretta.
L'ennesima sigaretta.Il freddo fuori stagione (siamo al 16 maggio) non ci ha impedito di fare una passeggiata fino alla Basilica di Massenzio per la prima serata del Festival Internazionale di "Roma Letterature – Semplice/complesso". E invece avremmo fatto bene a restarcene a casa al calduccio. Il posto, si sa, è eccezionalmente bello e anche bene illuminato. La suggestione delle immense volte a cassettoni è irresistibile. Una musica di sottofondo un po' alla Goblin, ma più iettatoria, precede la lettura piuttosto malriuscita di un testo poetico da parte di Ambra Angiolini.

Un romanzo non romanzo: 'Qualcosa di scritto' di Emanuele Trevi.
Già detto da tutti, quello di Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, è l'ennesimo esempio di romanzo non romanzo, un po' saggio critico, un po' autobiografia, "qualcosa di scritto" ma diversamente dall'oggetto principe della sua narrazione, l'indefinibile Petrolio, data di pubblicazione 1992, autore Pier Paolo Pasolini.
Figura che qui è meno interessante, avvincente, dell'altro personaggio centrale del libro: l'attrice Laura Betti.

Azzardiamo un parallelo.
27 aprile, prima giornata veramente balsamica della stagione. Si inaugura a Villa Adriana a Tivoli la mostra "Antinoo, il fascino della bellezza". Andiamo. Su due ruote naturalmente, ma la via Tiburtina è un inferno. Traffico congestionato in cui si intrecciano i camion carichi di travertino delle cave e i malati immaginari che vanno alle sorgenti solforose delle Acque Albule. Arrivati alla zona archeologica, hanno cambiato la viabilità, con molte direzioni vietate e ovviamente nessuna indi-cazione precisa, quindi ci si perde un po' nei viottoli della borgata circostante, ma insomma, poi si arriva.

Rolling Stone Magazine (Italia): l'arte di ingabbiare l'arte.
No. Questo testo non è un sermone sul fatto che la rivista in questione non è abbastanza pura e masturbazioni celebro-reazionarie varie a difesa del rock and roll: a mio avviso, Rolling Stone Magazine (Italia), uccide/umilia il concetto di Arte dal 2003, uscita dopo uscita.
Per arrivare a parlare dei giorni nostri è necessario spiegare come andarono le cose. Cominciai a leggere la rivista dalla sua prima uscita nel 2003, e ricordo ancora la scritta/slogan a caratteri cubitali in copertina: "La bibbia del rock and roll style".

RAI NEWS di Corradino Mineo: yuppies parvenu in team, che peccato, si poteva far di meglio!
Parlo di un'occasione mancata per l'esercizio della cronaca nazionale. L'idea di base è buona: lavorare tutti, lavorare meno con Corradino, che davvero ha trascinato dietro di sé una brigata sì, ma di sgrammaticati dicitori. I volenterosi giovanotti e le signorine si destreggiano tra sintassi improvvisate e internet, tra inflessioni imperdonabili e look vetero anni '80. Perché, mi chiedo, ancora non abbiamo dei capelloni, dei punk, dei personaggi autentici, colorati, nella mansione di speakers e annunciatori?

Chi ha paura della critica musicale?
Si utilizzano facilmente parole pesanti per dire il commercio di favori e impudenze e porcherie assortite che infestano il mondo editoriale – compreso l'indotto di letture, silenzi sospetti, e marchette vendute per recensioni. Si parla di mafia, per dire. Che stona un po' – essendo la sua storia tout court quella tragica dell'Italia che moderna non è stata mai.
Non che non siano configurabili come crimini quelli dell'editoria nostrana afflitta da quarantenni che scrivono come adolescenti

Il romanzo controvoglia
Difficile spiegare un'intolleranza, specie se si è, per formazione politica, un tollerante per antonomasia. Vanno forte le intolleranze alimentari, che spiegano malesseri speciali in individui aflitti da dolori articolari, stanchezza e gonfiore delle membra. Vanno forte le intolleranze sociali, con cerchie di fighetti fermi agli anni ottanta circondati di plebaglia qualunque che fa fatica a tirare innanzi. Vanno forte le intolleranze politiche, da destra e manca, basta definirsi "leghista" e si passa, giustamente, per intollerante, subendo al contempo intolleranze pesantissime da parte dei tolleranti.

L'asinossi
Non è un errore di battitura, è la testimonianza dell'immortalità del somaro, e più specificamente del somaro italico, e se vogliamo proprio entrare nello specifico, del "Cives Somarus Sum".
I fatti.
La farsa (involontaria, credeteci) va in scena lunedì 26 marzo al Teatro Quirino, secolare istituzione nel centro storico di Roma; l'orario (ipotetico, intendiamoci), sarebbe le sei e mezzo, in realtà la faccenda comincia alle otto; l'organizzazione (fantascientifica, scommetteteci) fa ridere i polli, oltre ai somari.
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