Attualità

Prima della Rivoluzione (zapatista). Sbarca anche in Italia la saga di Luis Alberto Urrea
Il Messico che si preparava a vivere l'avvenimento più importante della sua recente storia contemporanea era un luogo strano. Povertà e sfruttamento facevano il paio con il diffondersi sempre più ampio di proprietari terrieri collusi col potere yankee dell'ennesimo dittatore amico del vicino governo di Washington, Porfirio Diaz (i metodi sono stati sempre quelli). Il malcontento tuttavia imperava. I nativi e gli indiani si ritrovarono in poco tempo a fare da manodopera schiavizzata non solo ai patròn delle tante haciendas in mano a poche famiglie, ma nelle miniere e nelle nascenti aziende petrolifere che gli anglo-americani saccheggiarono.

Una provocazione: eliminiamo l'autore, non la sostanza.
Già lo aveva detto Giulio Ferroni nel suo Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero (Einaudi): nell'epoca di internet è pressoché impossibile verificare la sostanziale originalità dei testi. Cosa sia dunque farina del sacco dell'autore e cosa no.
Non si tratta di mettere in dubbio l'intera struttura di un'opera, quanto i singoli passaggi, i riferimenti ed eventuali aggiunte, perché il mare magnum dell'informazione in rete impedisce qualsivoglia confronto.

Una serata con Antonio Pennacchi
Pennacchi a Formia, tra signore perbene con chioma bionda e uomini panzoni con camicia celeste ufficio: ed io in seconda fila ad ascoltare lo scrittore di Latina. Nel '95 lessi il suo primo libro. Da allora ne ha fatto di strada: come dice lui erano tutti libri preparatori a Canale Mussolini. In questi giorni di ubriacatura post- strega la sua stella brilla di più. A me fa piacere, poiché a volte è bello che a vincere siano persone con cui hai condiviso un pezzetto di strada, seppure solo attraverso le opere.
La sua scrittura fluida, ironica e decisa, ha avuto il merito anche di raccontare luoghi da sempre misconosciuti:

Signorini, tronisti e mignotte – ci serve Gramsci?
Utilizzare il paradigma gramsciano dell'egemonia per parlare del presente, scavare nell'immondizia che ci sommerge sino al collo e piantarla di ritenerla accidentale, come fosse roba d'altri, ma assumerla come il paesaggio terrificante che è, per realizzare che o si prova a spazzarlo via o sono cazzi non per noi che siamo già andati ma per i nostri figli che se la vedranno con la prole delle Ventura o col pesciolino boccheggiante allevato in casa Bossi.
E' quello che prova a fare in un libro recente (L'egemonia sottoculturale – L'Italia da Gramsci al gossip, per Einaudi), Massimiliano Panarari,

Qualcuno dice che esser vecchi sia noioso: di più chi ne scrive.
Leggo sulla quarta di Da qualche parte verso la fine (BUR, collana scrittori contemporanei) della scrittrice novantatreenne Diana Athill: Sono stati scritti libri sulla giovinezza e ancora di più sulle complesse e ardue esperienze legate alla procreazione, ma non c'è granché sull'invecchiamento. E visto che ho imboccato ormai da un po' di tempo quella strada, mi sono detta: 'Perché non provarci? E quindi ecco, ci provo.
Strano che una dichiarazione del genere venga da una editor con anni e anni di lavoro alle spalle ed anche da una lettrice accanita

Le origini del 'giallo' orientale.
Non c'è bisogno di essere un appassionato di gialli per conoscere la figura del detective Sherlock Holmes. Ma se il suo creatore delineò le caratteristiche dell'investigatore sulla falsa riga di Dupin, questi avrebbe trovato maggior ispirazione se fosse entrato in una biblioteca orientale. Sir Arthur Conan Doyle però non poteva certo sapere che esistevano già dei Dupin nel celeste impero di quasi mille anni fa.
Ecco che la millenaria civiltà cinese si annovera un'altra invenzione, accanto al compasso, la stampa e la polvere da sparo: l'invenzione del genere poliziesco, in cinese gong'an.

La santificazione e l'etichettatura dei 'poeti'.
Si sa, il caldo fa male alla testa e rende nervosi e tra l'altro temevamo una notizia del genere, perché secondo il detto andreottiano, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina.
E quale sarebbe la notizia in piena afa? La riporta il portale Ansa in data 4 agosto. La trascrivo integralmente: Profuma di pesto e non potrebbe essere altrimenti. Ma anche di mirto, pasta fresca lavorata a mano, fiori di zucca, lepre al salmì. E' il libro delle ricette di Fabrizio de André, ereditato da Tonina Puddu e Agostino Zizu, i cuochi dell'Agnata, l'agriturismo di Tempio Pausania fondato dal cantautore genovese e dalla moglie Dori Ghezzi.

Anche gli orchi vanno in vacanza
Il titolo dice abbastanza. Ci meritiamo una pausa. Breve. Perché il 19 agosto saremo di nuovo qui, a offrirvi novità e a dettarvi suggerimenti nonostante il mercato in quei giorni sarà ancora fermo. Ne approfitteremo per presentarvi qualcosa che durante l'anno ci è sfuggito. In attesa di altri eventi (ma quali??).
Buon sole e buon mare, perché come dice Elio de Le storie Tese ...in montagna ci si rompe il cazzo.

Sceglieti i libri, non gli sconti.
Abbiamo ricevuto dall'ufficio stampa delle edizioni Nottetempo e volentieri pubblichiamo. Un accorato grido d'allarme e soprattutto un salutare consiglio nel momento in cui si mette piede in una libreria.

Chi di spada ferisce.. alla fine la prende nel culo.
Non è la prima volta che esprimo dubbi e perplessità su Facebook: diciamo che non mi piace perché è solo una sorta di vetrina del proprio inglorioso talento. Visto che non si è nessuno, perché chi è qualcuno è lì solo come avatar di sé ed agisce per via vicaria, ci si accontenta di sprazzi di infima celebrità additando agli altri le proprie debolezze (spesso scemenze) e le proprie 'presunte' qualità.
Ma il dramma peggiore non è la certezza di una propria valenza, che gli altri che non la conoscono e non la valorizzano al massimo rispondono con l'indifferenza, ma l'assoluta mancanza di ironia.
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