Attualità

Parla con me ma fatte capi'.
Nella deriva in corso favorita dalla frana inarrestabile del senso critico e del coraggio di distinguere fra arte e comunicazione, fra letteratura e intrattenimento, la chiacchiera demagogica di stampo midcult dovrebbe assumersi qualche responsabilità. Che non lo faccia il poseur torinese che agli esordi vent'anni fa dichiarò esplicitamente di intendere la letteratura come spettacolo, che per esso ha ridotto al piacere di una cena – vino californiano e non Barolo perché più democratico, il primo

Omofobia
Siedono al tavolo accanto al mio. Lei è del genere "voi mi vedete grassa, ma io mi sento anoressica, per cui indosso corte magliette aderenti e lascio sblusare la pancia oltre la vita bassa come edera dai balconi". Lui ha capelli unti e lisciati a piastra, metà emo metà Totti, un naso sotto cui troverebbero agevolmente riparo due Puffi in un giorno di pioggia, una maglietta volgare con una A in posa sodomitica, scarpa classica senza calza e pantaloni arrotolati fino al ginocchio come se andasse in cerca di cozze. Una l'ha già trovata e in questo momento siede di fronte a lui e si sta ingozzando con un hamburger dalla farcitura totale.

E adesso che ci sono i mondiali... parliamo di quelli del 1978 in Argentina
Diego Armando Maradona nel 1978 aveva 17 anni, ma era già un fenomeno. Forse non avrebbe vinto il campionato del mondo da solo, come nell'86 in Messico, ma di certo la sua parte l'avrebbe fatta. Il regime di Videla e dei militari argentini però aveva i suoi giocatori prediletti da sponsorizzare, e Diego rimase a casa, a immaginare come sarebbe stato veder comparire il suo nome fra la lista dei convocati, magari in diretta Tv. Fermiamoci un attimo. Passo indietro. Come ormai recitano i libri di storia, nel settembre 1973 e in seguito nel febbraio 1974,

Il grande Piccolo della sinistra
Francesco Piccolo nel suo piccolo è un interessante esempio di tic culturale – o forse psicologico ma quelli sono fatti suoi. Un certo modo di essere di sinistra che non arriva ancora alle putride sciocchezze di Rondolino (il quale credo non abbia un solo lettore in tutta la penisola essendoci già Vittorio Feltri per quel genere di cose), ma ne condivide il passo, quello di chi ci tiene molto a passare per più intelligente degli altri.

Vendita galline km. 2 della Casilina. (Saviano avatar di Dio)
Mi approprio del titolo di un torrenziale (potrebbe essere diversamente?) romanzo di Aldo Busi, dove la cazzuta Delfina Unno Pastalunghi se la prende con tutti e da tutti è invisa. E pure lesbica.
Posizione presuntuosa la mia (ma non escluderei l'omosessualità): da ciò si potrebbe arguire che essendo anch'io cazzuto (d'indole, non di membro) e incazzoso con tutti, con travaso di bile quotidiano (ma vuoi mettere pure questi piccoli editori del nulla che sbandierano sarcasmo e visceralità come se la letteratura fosse ormai ridotta solo alla putrescenza del prodotto

La gravissima e pericolosa influenza degli psichiatri sulle menti umane (Nicolosi-Fagioli; attenti a quei due)
Joseph Nicolosi ha fatto un convegno a Brescia lo scorso 21 e 22 maggio. Era organizzato da varie associazioni cattoliche il cui nome non è affatto importante. Il suddetto psichiatra (o forse è definibile terapeuta?) è famoso negli Stai Uniti perché ha fondato una scuola con la quale si è posto l'obiettivo di curare l'omosessualità. Ebbene sì. Avete capito bene. Il personaggio tuttavia è talmente comico che prenderlo sul serio sarebbe fargli un favore. La sua incidenza sul mondo accademico è pari a quella che i guaritori alla Snack e Gnola di Corrado Guzzantiana memoria hanno sulle masse di creduloni nord e sud americani

L'Italia che non schioda e un francese di mezzo millennio fa.
L'odierna ma non nuova subcultura di un popolo pigro, quello italico, cinico e sentimentale, di consumatori del già dato e sempre pronti a servire il padrone di turno, immuni da qualsiasi tentazione riguardante la propria dignità, sembra manifestarsi apposta per dar ragione alla lettura scettica e virile che dell'umana specie dette in un libretto memorabile ma sconosciuto ai più l'umanista francese Etienne de La Boétie.

Lo sventrapapere di Benigni e l'acciaio poco cazzuto della Avallone.
L'elenco che Benigni fece durante uno show serale sabatino di fronte ad un'attonita ed impaurita Carrà non comprendeva il 'pipo'. La lista dei sinonimi del 'pisello' abbracciava: pisellino, pistolino, pipino, randello, banana, asta, verga, mazza, cetriolo, pesce, uccello e l'inimmaginabile sventrapapere. Riferimento 'alcuno sul 'pipo', anche se 'pipino' è un suo diminutivo.
Tutto questo perché? Perché in tempi di riprovazioni, l'ascia della censura che non calò sull'allora comico toscano (e per fortuna!)

Agorà, il brutto dell'avere ragione.
Ultras come talebani d'epoca – si chiamavano Parabolani, sempre in bilico come succede non di rado nel Cattolicesimo sul crinale che separa la stupidità dalla protervia, con la Croce bene in vista, in questo polpettone fumettistico, Agorà, diretto dall'incerto Alejandro Amenábar.
La forma-macchietta è in parte necessitata dal soggetto - non Ipazia evidentemente, astronoma, matematica, filosofa "insegnante di strada" interprete del Neo-platonismo,

Baricco se l'è cercata: ora possiamo a buon diritto dire che è uno scrittore che fa cagare!
E' appena uscito in libreria un libello di Giulio Ferroni Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero (Laterza) dove l'insigne professore spara appunto a zero contro la letteratura contemporanea e spesso giovanile. Posizione poi questa riassunta in modo mirabile nel titolo che l'inserto domenicale de Il sole 24 ore dedicava all'evento: 'Scrittori-spettacolo' io vi detesto.
Ci piace dunque pensare che in questo marasma editoriale non siamo i soli a pensarlo.
Ma cosa dice di così tanto truce il professore?
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