Attualità

Pene (e lascio a voi la scelta del significato da dare) della terza età.
Come sempre si dice, e a ragione, la vita val la pena di essere comunque vissuta. Soprattutto dopo che ai primi di ottobre del 2008 siamo venuti a conoscenza delle strabilianti capacità amatorie del Cavaliere. Uscendo a notte fonda da una discoteca nel centro di Milano, Berlusconi, di fronte ai punzecchiamenti di alcuni giovani avrebbe dichiarato: Se dormo tre ore, poi ho ancora energia per fare l'amore per altre tre (...) vi auguro di arrivare a settant'anni nello stato di forma in cui ci sono arrivato io.
Allora aveva ragione davvero Andreotti quando diceva che il potere logora chi non ce l'ha.

La chiesa mente sapendo di mentire: l'antisemitismo de La Civiltà Cattolica.
Il 18 dicembre scorso La Repubblica, nelle pagine interne, titolava: 'Il Vaticano "scomunica" Fini. "opportunista su leggi razziali". E nell'articolo si leggeva: Non sono piaciute Oltretevere le accuse fatte martedi scorso dal presidente della Camera alla Chiesa Cattolica per non essersi opposta adeguatamente alle leggi razziali del 1938 (...) Il giornale del Papa accusa, tra l'altro, il presidente di Montecitorio di "approssimazione storica e opportunismo politico".
Non è passato molto dal 'giorno della memoria' e onestamente mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse 'rispolverato' la polemica, non per puro opportunismo, come direbbero i vertici ecclesiastici, ma per far pace con la coscienza, perché in questa vicenda la Chiesa, accusando Fini, mente sapendo di mentire.

Each man kills the things he loves (1). Io uccido Caio Fernando Abreu.
In passato ho amato davvero Caio Fernando Abreu. Quando uscì Dov'è finita Dulce Veiga (2), sul Paradiso degli Orchi cartaceo n.4 scrivevo: Dulce Veiga, in poco tempo, si trasforma in un'ossessione, in un tormento di fuoco (...) Ecco allora Proust e la sua ossessiva richiesta d'amore materno, ecco Leroux (qui è visibile la propensione quasi tutta orchesca di mischiare sacro e profano. Chi mai avrebbe avuto il coraggio di accostare un monumento della letteratura, con uno scrittore sì popolare e famoso, ma del tutto prescindibile secondo alcuni critici?)

Metamorfosi e fughe nell'arte di Kobo Abe (*)
Kobo Abe, come altri suoi contemporanei (Kenzaburo Oe, premio Nobel 1995 per la letteratura, Mishima, Kawabata ecc.) rappresenta, nello stesso tempo, continuità ed evoluzione nella caratterizzazione della letteratura giapponese.
Perché continuità? Perché in lui si riaffacciano prepotentemente i due filoni che segnarono il romanzo moderno orientale: lo 'shishosetzu' (autobiografismo) e 'la lezione realista'. Lo shishosetzu fu il tramite attraverso il quale l'autore, isolato ed escluso da una società sempre più modernizzata e tecnologica

Un libro ostico e affascinante. Della riduzione delle nascite: è la nostra salvezza?
Il mondo d'oggi come Gotham city? Date un'occhiata al film Batman begins: una città divisa in due; da una parte la zona più ricca ed economicamente produttiva e l'altra povera e disadattata, ma legata alla prima da ponti levatoi che possono alzarsi e quindi isolare le due 'entità' al primo rilevante problema. E quando il cattivo di turno inquina le falde acquifere della zona dei disperati con un potente psicotropo che rende tutti pazzi ed incontrollati, ecco che le autorità non fanno altro che impedire l'accesso alla zona sana 'alzando' le vie di fuga.

Ultimo (speriamo) Ultimatum alla terra
Questa volta l'ultimatum bisognerebbe darlo al regista e allo sceneggiatore, caso mai avessero in mente di ammannirci altri prodotti del genere.
Parlo senza pregiudizi. Si sa che i remake ispirano sempre una certa diffidenza, e forse il modo migliore di vederli è prescindere completamente dal ricordo dell'originale, accettando di immergersi in un'esperienza nuova. Ma anche così questo film non funziona. E non certo perché gli Autori non si siano ispirati all'antico film di Robert Wise. Tutt'altro! Lo citano abbondantemente. Secondo me lo hanno visto ma non ci hanno capito niente.

Sconsigli per gli acquisti di Natale
In questo periodo le librerie, come tutti gli altri negozi, sono piene di offerte e di novità: per lo più specchietti per le allodole. Andrebbe saggiato il terreno per evitare, anche se poi la caratteristica dei regali di Natale è quella del pieno disinteresse verso le persone a cui si fanno, bufale, o quanto meno, visto che si parla di libri, carta da destinare ad altro consumo, per quanto piuttosto resistente per usi di un certo tipo.
Facile a questo punto, per una rivista letteraria, suggerire quel 'mazzetto' di operine che meriterebbero l'interesse di lettori più intelligenti ed esigenti. Macchè

Della serie: se la cantano e se la suonano
Si è appena conclusa a Roma la settima edizione della Fiera della piccola e media editoria. Quella che Antonio Veneziani, poeta e scrittore (la 'signora' della cultura italiana, come lui stesso si definisce) ha qualificato come: cementificio.
Gli (Le?) ero accanto quando ha pronunziato la sentenza. Ma rimane un mistero sul significato da attribuirle. Nel senso che comunque ha cementato le sorti dell'asfittica situazione (generale) italica? Personalmente avevo avvertito delle nuances sarcastiche, ma confesso che non ho avuto il coraggio di chiedere lumi.

Lo scrittore e le storie. Dalla crisi alla salvezza del mondo. Da Dante a Carlotto.
Nel suo blog e all'indirizzo specifico che segue, http://luperini.palumboeditore.it:8080/luperini_site/blog/archive/2008/09/25/come-si-scrive- il professor Luperini, autore tra l'altro del bellissimo romanzo L'età estrema (edizioni Sellerio e che gli orchi hanno ampiamente trattato), riguardo lo stato di salute della nostra letteratura scriveva: Oggi i nostri romanzieri scrivono (quasi tutti) come si parla al bar. Non c'è più nessuna ricerca letteraria specifica; rarissimi sono i casi di un'attenzione alla lingua.

I colori della resistenza e del coraggio. Due storie a confronto.
Mi è capitato recentemente di rivedere La ragazza di Bube: il film non è una gran cosa. Anzi, mi espongo: è una delle pellicole meno felici di Luigi Comencini. Non riesce, pur nello svolgimento abbastanza rispettoso del romanzo di Cassola (premio Strega nel 1960... altro che le solitudini...), a dare un senso reale alle cose. E' vero, il regista ha volutamente 'giocato' nell'offrire un ritratto dei protagonisti già quasi maturi, rispetto alle fanciullezze iniziali del libro (ed è per questo che le smancerie leziose di una Cardinale giovincella sono ridicole ed inappropriate),
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