Attualità

Each man kills the things he loves (1). Io uccido Caio Fernando Abreu.
In passato ho amato davvero Caio Fernando Abreu. Quando uscì Dov'è finita Dulce Veiga (2), sul Paradiso degli Orchi cartaceo n.4 scrivevo: Dulce Veiga, in poco tempo, si trasforma in un'ossessione, in un tormento di fuoco (...) Ecco allora Proust e la sua ossessiva richiesta d'amore materno, ecco Leroux (qui è visibile la propensione quasi tutta orchesca di mischiare sacro e profano. Chi mai avrebbe avuto il coraggio di accostare un monumento della letteratura, con uno scrittore sì popolare e famoso, ma del tutto prescindibile secondo alcuni critici?)

Metamorfosi e fughe nell'arte di Kobo Abe (*)
Kobo Abe, come altri suoi contemporanei (Kenzaburo Oe, premio Nobel 1995 per la letteratura, Mishima, Kawabata ecc.) rappresenta, nello stesso tempo, continuità ed evoluzione nella caratterizzazione della letteratura giapponese.
Perché continuità? Perché in lui si riaffacciano prepotentemente i due filoni che segnarono il romanzo moderno orientale: lo 'shishosetzu' (autobiografismo) e 'la lezione realista'. Lo shishosetzu fu il tramite attraverso il quale l'autore, isolato ed escluso da una società sempre più modernizzata e tecnologica

Un libro ostico e affascinante. Della riduzione delle nascite: è la nostra salvezza?
Il mondo d'oggi come Gotham city? Date un'occhiata al film Batman begins: una città divisa in due; da una parte la zona più ricca ed economicamente produttiva e l'altra povera e disadattata, ma legata alla prima da ponti levatoi che possono alzarsi e quindi isolare le due 'entità' al primo rilevante problema. E quando il cattivo di turno inquina le falde acquifere della zona dei disperati con un potente psicotropo che rende tutti pazzi ed incontrollati, ecco che le autorità non fanno altro che impedire l'accesso alla zona sana 'alzando' le vie di fuga.

Ultimo (speriamo) Ultimatum alla terra
Questa volta l'ultimatum bisognerebbe darlo al regista e allo sceneggiatore, caso mai avessero in mente di ammannirci altri prodotti del genere.
Parlo senza pregiudizi. Si sa che i remake ispirano sempre una certa diffidenza, e forse il modo migliore di vederli è prescindere completamente dal ricordo dell'originale, accettando di immergersi in un'esperienza nuova. Ma anche così questo film non funziona. E non certo perché gli Autori non si siano ispirati all'antico film di Robert Wise. Tutt'altro! Lo citano abbondantemente. Secondo me lo hanno visto ma non ci hanno capito niente.

Sconsigli per gli acquisti di Natale
In questo periodo le librerie, come tutti gli altri negozi, sono piene di offerte e di novità: per lo più specchietti per le allodole. Andrebbe saggiato il terreno per evitare, anche se poi la caratteristica dei regali di Natale è quella del pieno disinteresse verso le persone a cui si fanno, bufale, o quanto meno, visto che si parla di libri, carta da destinare ad altro consumo, per quanto piuttosto resistente per usi di un certo tipo.
Facile a questo punto, per una rivista letteraria, suggerire quel 'mazzetto' di operine che meriterebbero l'interesse di lettori più intelligenti ed esigenti. Macchè

Della serie: se la cantano e se la suonano
Si è appena conclusa a Roma la settima edizione della Fiera della piccola e media editoria. Quella che Antonio Veneziani, poeta e scrittore (la 'signora' della cultura italiana, come lui stesso si definisce) ha qualificato come: cementificio.
Gli (Le?) ero accanto quando ha pronunziato la sentenza. Ma rimane un mistero sul significato da attribuirle. Nel senso che comunque ha cementato le sorti dell'asfittica situazione (generale) italica? Personalmente avevo avvertito delle nuances sarcastiche, ma confesso che non ho avuto il coraggio di chiedere lumi.

Lo scrittore e le storie. Dalla crisi alla salvezza del mondo. Da Dante a Carlotto.
Nel suo blog e all'indirizzo specifico che segue, http://luperini.palumboeditore.it:8080/luperini_site/blog/archive/2008/09/25/come-si-scrive- il professor Luperini, autore tra l'altro del bellissimo romanzo L'età estrema (edizioni Sellerio e che gli orchi hanno ampiamente trattato), riguardo lo stato di salute della nostra letteratura scriveva: Oggi i nostri romanzieri scrivono (quasi tutti) come si parla al bar. Non c'è più nessuna ricerca letteraria specifica; rarissimi sono i casi di un'attenzione alla lingua.

I colori della resistenza e del coraggio. Due storie a confronto.
Mi è capitato recentemente di rivedere La ragazza di Bube: il film non è una gran cosa. Anzi, mi espongo: è una delle pellicole meno felici di Luigi Comencini. Non riesce, pur nello svolgimento abbastanza rispettoso del romanzo di Cassola (premio Strega nel 1960... altro che le solitudini...), a dare un senso reale alle cose. E' vero, il regista ha volutamente 'giocato' nell'offrire un ritratto dei protagonisti già quasi maturi, rispetto alle fanciullezze iniziali del libro (ed è per questo che le smancerie leziose di una Cardinale giovincella sono ridicole ed inappropriate),

Del narrare e dell'esserci: un piccolo libro da cercare.
La domanda è barbina: si può giudicare un libro senza averlo letto? La risposta è ovvia: no, non si può. Eppure, dico io, e me ne assumo tutta la responsabilità, si può.
E faccio un esempio: è uscito da pochi giorni in libreria il nuovo romanzo di Marco Mancassola La vita erotica dei superuomini (Rizzoli). Che fa di solito il lettore curioso, ma anche intelligente quando si trova davanti una nuova uscita? Legge la quarta di copertina. Bene, leggiamola insieme:

Festa o Festival, è il cinema il grande assente
Nel clima di pseudo austerità imposto dalla neo giunta comunale di centro-destra, si è chiusa la terza edizione della Festa del cinema di Roma, quest'anno ribattezzata Festival Internazionale del Film. Nonostante le fanfare iniziali, è stata probabilmente la peggiore edizione. A cominciare, purtroppo, dalla qualità dei film selezionati, soprattutto quelli in concorso. Passando, come al solito, per la solita (dis) organizzazione. (Accrediti a 30 e 50 euro che non ti assicurano la visione di un bel niente a meno che, al mattino, non ci si presenti ai botteghini alle nove per fare minimo un'ora e mezza di fila e cercare di prendere i biglietti per quei film che si vorrebbero vedere).
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