Cinema e Musica
Forse il migliore: “Sky trails” di David Crosby.
Non so come mai David abbia realizzato due dischi in più di 15 anni e adesso, in poco meno di due anni, ne ha fatti addirittura tre. Si dice che stia meglio; si dice che ha riagganciato artisti che per un po’ erano stati isolati (ma Tom Petty, la cui scomparsa ci addolora, dove lo mettiamo?); fatto sta che ora Crosby fa le cose sul serio e le fa in grande.
Per favore, tacete. “Other” di Alison Moyet.
Perché dico di tacere? Ma perché, al di là di certe costruite considerazioni, su la Moyet s’è detto di tutto. Dimenticando che lei ha ormai 56 anni, che non è più una pischella e che se volesse sotterrerebbe pure la migliore delle singers.
C’è ancora molto da fare, checché ne dicano… Double Roses di Karen Elson.
Diciamocela tutta, lei ha deciso di correre su altre strade, anche se le sue precedenti registrazioni non erano mille miglia distanti da questa.
La coazione a ripetere: Alien: Covenant
Non ci si può esimere dal parlare di questo film, visto il focoso dibattito che coinvolge i cultori del genere fin da prima che uscisse nelle sale. Nei gruppi di fan si assiste allo spiegamento di un variegato ventaglio di opinioni.
Forza e passione: "Triplicate" di Bob Dylan.
Dylan è Dylan, c’è poco da fare. Ma ci mancava la pubblicazione di un triplo album per riaccendere vecchie questioni. O forse nuove.
Cuccioli da non accarezzare: Life - Non oltrepassare il limite
Diciamo che Alien ha fatto scuola. E buona scuola, anche se non si è ancora trovato un allievo in grado di superare il maestro. La storia è ormai classica. Una squadra di scienziati a bordo della Stazione Spaziale Internazionale accoglie una capsula di ritorno da Marte con i campioni prelevati dal suolo. Ragioni di sicurezza vogliono che i reperti vengano esaminati direttamente a bordo, in modo che eventuali minacce restino confinate lontano dalla Terra
I Depeche Mode confezionano un album politico. E si dimenticano della musica.
Nell'apprestarmi a scrivere di una delle mie band preferite ho dovuto fare parecchio esercizio zen. Non è facile stroncare in questi casi. Soprattutto quando leggi in giro recensioni entusiaste su un album che a mio avviso fa toccare loro (quasi) il fondo.
Dal letame nascono i fiori: Moonlight
È un film duro, a tratti perfino sgradevole non per demerito, ma perché schiaffeggia lo spettatore con la crudezza di situazioni che sappiamo vere. Il bullismo, ad esempio, verso un bambino che fin da piccolo è visto come un diverso (sospettato di omosessualità) o forse trattato come diverso soprattutto perché indifeso. E a monte l’impossibilità di essere amato da una madre sola, sbandata, drogata e dedita alla prostituzione, lei per prima una vittima.
Chi non muore... Me myself I, world tour. Di Joan Armatrading.
Vero, come si dice dalle nostre parti… chi non muore… Veramente Joan Armatrading non è mai morta, solo che l’isteria tutta italica e la pigrizia degli ascoltatori, ha fatto sì che una preziosissima artista inglese abbia avuto un riguardo in Italia solo negli anni ottanta o giù di lì.
L'eleganza e l'evocazione nel nuovo splendido album dei Two Moons, “Cognitive Dissonance”
Dei Two Moons abbiamo già parlato in occasione del loro terzo album, Colors. Una graditissima sorpresa nel panorama musicale italiano che a me personalmente, per qualità del sound, per arrangiamento, per l'originalità della voce e per l'azzardo stilistico, aveva lasciato di stucco. Soprattutto in un paese, il nostro, in cui l'Underground non riesce più a far emergere un gruppo decente ormai da anni.
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