I Classici

Un perfetto gentiluomo: “I milanesi ammazzano di sabato” di Giorgio Scerbanenco.
Bellissima. Duca sfogliò, una dopo l’altra, come carte da gioco, le fotografie, bellissime anche tecnicamente: un dolcissimo viso di giovane donna, un viso da bellezza svedese,

Delle due: l’una o l’altra? “Pao Pao” di Pier Vittorio Tondelli.
Ancora oggi ci si chiede il perché dell’enorme successo di uno scrittore come Tondelli. E a questa domanda le risposte potrebbero essere molte, ma forse non sbagliamo se a indicare il responso metteremmo in mezzo la situazione della giovinezza italiana.

Cose dell’altro mondo: “I neoplatonici” di Luigi Settembrini.
Se un caso del genere fosse capitato, chessò, in Francia o in Germania, non avrebbe suscitato quel po po’ d’infamia (anche se, diciamolo apertamente, certe tematiche erano ostili non solo da noi, ma in tutto il mondo).

Molto più facile leggerlo che raccontarlo.
“Non lo so, non riesco a capire. Sarò malato, ma io amo questo libro. Lo devo leggere almeno una volta l’anno”. Vi chiedo scusa se, parafrasandola, ho preso in prestito una delle battute più celebri dei film di Nanni Moretti

La “vittoria” del romanzo. “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino.
Sembrerà incredibile ma questo è il primo libro di Calvino che appare nella nostra rubrica dei classici italiani. Qualcuno si chiederà: ma c’è un motivo ben preciso per questa scelta così azzardata?

Un classico che a volte “non lo è”: “Un don Chisciotte in America” di Alberto Lecco.
Alberto Lecco passa per un classico che a volte “non lo è” nel senso che vengono riconosciuti preziosi i suoi lavori, che spesso compare nelle liste dei maggiori scrittori del novecento, ma alla fine il tutto si risolve in un nulla.

E quest’ altro chi è?: “In pienezza di cuore” di Michele Malesaputo.
Avranno detto, quelli del 1990, l’anno di uscita di questo libro, ma questa cosa cos’è? Già, credo l’avrei detto anch’io di fronte soprattutto ad una copertina che, se hanno ragione i pessimisti, il colore porta pure jella.

Non era uno scherzo: “La stagione del basilisco” di Pietro Lazzaro.
La stagione del basilisco fa giustamente parlare di quella schiera di scrittori, e di conseguenza di opere, che ha rappresentato una sorta di chiave di volta nella nostra letteratura ma che però non è riuscita a scavalcare il mercato

E dove lo mettiamo lui?: “Il velocifero” di Luigi Santucci.
Questo libro uscì nel 1963 e riscontrò anche un certo interesse, tanto che solo in Italia riuscì a vendere quasi centomila copie. Già 1963, quando la letteratura italiana “tremò” perché si era affacciata un’orda di contestatori che avrebbe indicato vie nuove al nostro modo di vedersi e soprattutto di vedere il mondo.

Il mistero de “Il piccolo caos” di Gian Piero Bona.
Anni fa, recensendo I pantaloni d’oro di Bona, mi ergevo a estimatore dello scrittore, dicendo: Tre libri vanno assolutamente letti: questo, Il soldato nudo (1961, già citato) e l'oggetto di culto Il piccolo caos (1963), raccolta di racconti.
CERCA
NEWS
-
24.08.2025
Marsilio
Luisa Bienati "Hiroshima il giorno zero dell'essere umano" -
24.08.2025
La nave di Teseo.
Percival Everett "Dottor No". -
24.08.2025
Sellerio
"Tema libero" di Alejandro Zambra.
RECENSIONI
-
Augusto De Angelis
L’albergo delle tre rose
-
Gitta Sereny
Albert Speer. La sua battaglia con la verità.
-
Vincenzo Patané
Una piccola goccia d’inchiostro
ATTUALITA'
-
Stefano Torossi
Camille Saint-Saens - 1835 - 1921
-
Stefano Torossi
CRISTOPH WILLIBALD GLUCK 1714 – 1787
-
Stefano Torossi
Dmitrij Shostakovic 1906 - 1975
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
So cosa hai fatto.
-
marco minicangeli
La fossa delle Marianne
-
marco minicangeli
The Shrouds
RACCONTI
-
Jacques Barbéri
Il dentista
-
Marco Di Fiore
Vienna per due
-
Luigi Rocca
La città cancellata.