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Il Paradiso degli Orchi
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Recensioni

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Camilla Läckberg

La principessa di ghiaccio

Marsilio, Pag. 458 Euro 18,50

La trans nella terza di copertina è stata definita la nuova Agatha Christie (si celia, ovviamente, ma l'aspetto da trans, col suo sguardo da cerbiatta persa, ce l'ha davvero). Com'è che si dice dalle nostre parti? Troppo hai da cavalcare.
La regina del delitto, per sua stessa ammissione, si definiva un'onesta artigiana: vero. Perché diciamocelo, la Christie non è che fosse una grande scrittrice. Il suo vocabolario, il suo stile ed il suo incedere narrativo erano da tema riuscito di un alunno di terza media, al massimo và, un quarto ginnasiale.

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Rachid Djaïdani

Viscerale

Giulio Perrone editore, Pag. 160 Euro 10,00

Tutto un po' troppo scontato.
Il pugile bello e atletico che è mal visto, pur se sfruttato in un mondo di sfruttati; che può tentare il riscatto nel cinema e che si trova al centro dell'invidia e delle incomprensioni degli altri. E che parla un po' come Gianni Minà: Ammirate – conferma – è questa la nobile arte, tutto è nello sguardo e nella rapidità dell'esecuzione, l'energia è così pura che potrebbe far girare una centrale nucleare per mille anni. Vedete, quei pugili erano ragazzi come voi e come me... venivano dal ghetto. Lasciati in disparte in un paese in cui i neri non valevano più dei cani. La boxe li ha sublimati e trasformati in profeti.

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Leon De Winter

SuperTex

Marcos y marcos, Pag. 317 Euro 10,00

Potremmo partire da una battuta di Woody Allen: Le difficoltà sono come la carta igienica: uno ne tira un foglio e ne vengono fuori dieci. E siamo anche in tema, perché De Winter racconta di un personaggio a cui ne succedono di cotte e di crude, ed è pure ebreo: e come si sa, la letteratura ebrea, come la cinematografia, o è noiosa fino alla morte o è straordinariamente divertente.
SuperTex (e già mi contraddico) non è lettura straordinariamente divertente, ma regala momenti esilaranti. Libriccino (per il suo formato, perché la presente è sì nuova edizione, ma nel formato paperback perché ristampa)

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Sara Vannelli

Guarda che me ne vado

Leconte, Pag. 168 Euro 12,00

Farsi prefare dalla Ravera può comportare dei rischi: nel senso che se la scrittrice sbanda, come spesso fa, è irrecuperabile. E qui nell'introduzione a Guarda che me ne vado, che crediamo primo libro di Sara Vannelli, ne combina una delle sue. Scrive: Quelli che compongono 'Guarda che me ne vado' non sono racconti. Eppure sono racconti (...) Però sono racconti: sono racconti perché raccontano. Le consiglierei uno psicoterapeuta (ne conosco uno in gamba, è stato pure su Rai Uno).

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Imre Kertész

Dossier K.

Feltrinelli, Pag. 191 Euro 16,00

"Mai, di fronte a un'opera d'arte o a una forma artistica, si rivela fecondo per la sua conoscenza il riguardo a chi la riceve. Non solo ogni riferimento a un pubblico determinato o ai suoi esponenti porta fuori strada: ma anche il concetto di un ricettore ideale è nocivo in tutte le indagini estetiche, poiché queste sono semplicemente tenute a presupporre l'esistenza e la natura dell'uomo in generale. Così anche l'arte si limita a presupporre la natura fisica e spirituale dell'uomo – ma, in nessuna delle sue opere, la sua attenzione. Poiché nessuna poesia è rivolta al lettore, nessun quadro allo spettatore, nessuna sinfonia agli ascoltatori."

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Linwood Barclay

Senza dirsi addio

Maestri del thriller - Piemme , Pag. 375 Euro6,50

Pare che questo primo romanzo di Barclay, giornalista canadese, abbia fatto sfracelli. E da un certo punto di vista ci rassicura un po': beh sì, da qualche tempo a questa parte, tranne i nomi doc della finzione (mi riferisco a Brown o agli immarciscibili di sempre), ci sembra che il mercato thriller/mistery sia completamente ad appannaggio del mercato nordico, soprattutto svedese (adesso Marsilio ha fatto uscire la Lackberg che è stata già definita la nuova Agatha Christie del giallo... vedremo, tanto noi orchi non ci facciamo sfuggire nulla).

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Alì Eteraz

Il bambino che leggeva il Corano

Newton Compton Editori, Pag. 284 Euro 14.90

Un altro dei casi editoriali, dopo quello della scrittrice Azadeh Moaveni, che la Newton Compton ha lanciato sul mercato italiano è quello di Alì Eteraz, di origini pakistane ma ormai cittadino americano, che con il suo romanzo autobiografico Il bambino che leggeva il Corano (Children of dust; a memoir of Pakistan) sta facendo conoscere al pubblico italiano aspetti della religione islamica che ben l'allontanano dallo stereotipo con cui la si vorrebbe rappresentare. La storia è autobiografica e comincia da Lahore, in Pakistan

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Paolo Baron- Raffaella R. Ferré

La mia banda suona il porn

80144 Edizioni, Pag. 130 Euro 9,90

Uno spaccato di intelligenza partenopea, un omaggio a Napoli anche quando questa è lontana e soprattutto un divertito e divertente romanzo di pseudo formazione.
Funziona tutto, si sorride, si ride e si contempla. Personaggi taglienti e ironici. Tutto condito dalla straordinaria aria di precaria esistenza presa a morsi. La storia comincia a Napoli, in una stanza dove, davanti a un videoregistratore, Paolo e gli altri della band stanno musicando un porno.

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Richard Overy

Sull'orlo del precipizio

Feltrinelli, Pag. 130 Euro 14,00

Come dice il sottotitolo: 1939. I dieci giorni che trascinarono il mondo in guerra. E i dieci giorni furono quelli dal 24 agosto al 3 settembre.
Direi una sorta di 'tutta la guerra minuto per minuto' se non fosse blasfemo definire un libro in siffatta maniera: ma è davvero così.
Lo storico Overy racconta gli ultimi tentativi per scongiurare la seconda guerra mondiale, perché la domanda essenziale (personalmente la ritengo risibile) rimane: fu una pace mancata?

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Teresa De Sio

Metti il diavolo a ballare

Einaudi, Pag. 198 Euro 16,00

Per un attimo ho temuto. Ho temuto che la mia adorata Teresa si fosse lasciata coinvolgere dalla mortifera moda della 'taranta' e ci ammorbasse (come spesso succede nei festival estivi dove gruppi, per lo più pugliesi ovvio, attaccano quelle pippe musicali infinite che durano una vita e dove il culmine coincide da una parte nella rappresentazione sacra di una tradizione secolare e dall'altra , quella del pubblico, col desiderio del suicidio) con storie legate al folclore e agli studi demartiniani (ripeto: l'ammorbo sarebbe per la stupidità di insistere su una moda, non certo per la materia).

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