RECENSIONI
Laura Liberale
Tanatoparty
Meridiano Zero, Pag. 126 Euro 10,00
Morte e letteratura, ancora e sempre per tutti i secoli dei secoli, mentre sullo schermo una faccia cadaverica gonfiata dalla pressione dei gas interni riflette sui presenti tutto il suo verdenero.(pag. 54).
Non so voi, ma io conosco la faccia enfiata dalle purulenze della propria coscienza e della propria ignavia: è la faccia delle mezzeseghe della letteratura contemporanea, sedicenti scrittrici che credono di scavalcare la morbosità e nello stesso tempo la disperazione casalinga del classicismo diaristico di altre mezzeseghe (leggi: maraini, mazzantini, capriolo, rasy... non meritano nemmeno la rispettabilità di un cognome maiuscolo), scrivendo storie, credono loro, devianti ed estreme (estreme solo nel limite alla sopportazione). Tanto per crocifiggerle (e lo meriterebbero davvero, ma mi basterebbe un nuovo Piazzale Loreto della letteratura, una resa dei conti senza pietà, dove non ci sia nemmeno il gesto misericordioso di una passante a ricomporre le vesti di una Petacci qualsiasi. No: A PATONZA DE FUORI LE VOGLIO, TUTTE!!) dobbiamo pure fare i nomi: la teodorani per esempio, che nel corso degli anni ha distrutto qualsiasi vergine singulto di una narrativa horror e splatter indigena con lo sgomento mediocre di una prosa infarcita di cattivo gusto (mica è vero che splatter e cattivo gusto vanno di pari passo) e si presenta pure come maestra di scrittura creativa (come???); la vinci che esordisce con le racchette nel buco del culo vantando di essere la degna erede di una scommessa cannibala che ha avuto un seguito solo qui, in questa italietta che inventa filoni per non morire dietro lo sdilinquimento di un cinema e di una letteratura persi dietro le depressioni di morituri quarantenni (come diceva anni fa, con altre parole, l'allora puntuale e vetriolinico Nanni Moretti); devo forse citare la santacroce (sì, tutti minuscoli questi cognomi d'indegne suffraggette di un paese che merita Tamaro e Vighy!) che oggi s'inventa una verginitè (!) più a modino perché forse ha capito che tutto quello che ha scritto in precedenza era un'emerita puttanata?
Ora ci si mette anche costei che s'inventa un Tanatoparty, sul contenuto del quale stendo un velo pietosissimo: ma lei non sa che in proposito è stato già detto e fatto tutto? Che la letteratura ha espresso in proposito altre vette e che pure il teatro (penso alle pièces truculenti del Gran Guignol in terra francese a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo e che erano, quella sì, espressione politica della realtà) ha dato di molto diverso e costruttivo?
Mi meraviglio che ad una presentazione del libro (libro?) in questione si sia presentato pure il 'magister vitae' Giulio Mozzi. A dire quali scempiaggini per difendere l'indifendibile? Ad esporre quali lezioni di vita per farne strumento di lavoro?
Sono indignato per come piccoli e grandi editori si rotolino nel fango per tentare di sottrarre perle ai porci: sarebbe il caso che pensassero ad una cerimonia d'abluzione, per lavarsi l'immonda schifezza che si sono spalmati addosso. Perché puzza di morto io la sento, eccome!
di Alfredo Ronci
Non so voi, ma io conosco la faccia enfiata dalle purulenze della propria coscienza e della propria ignavia: è la faccia delle mezzeseghe della letteratura contemporanea, sedicenti scrittrici che credono di scavalcare la morbosità e nello stesso tempo la disperazione casalinga del classicismo diaristico di altre mezzeseghe (leggi: maraini, mazzantini, capriolo, rasy... non meritano nemmeno la rispettabilità di un cognome maiuscolo), scrivendo storie, credono loro, devianti ed estreme (estreme solo nel limite alla sopportazione). Tanto per crocifiggerle (e lo meriterebbero davvero, ma mi basterebbe un nuovo Piazzale Loreto della letteratura, una resa dei conti senza pietà, dove non ci sia nemmeno il gesto misericordioso di una passante a ricomporre le vesti di una Petacci qualsiasi. No: A PATONZA DE FUORI LE VOGLIO, TUTTE!!) dobbiamo pure fare i nomi: la teodorani per esempio, che nel corso degli anni ha distrutto qualsiasi vergine singulto di una narrativa horror e splatter indigena con lo sgomento mediocre di una prosa infarcita di cattivo gusto (mica è vero che splatter e cattivo gusto vanno di pari passo) e si presenta pure come maestra di scrittura creativa (come???); la vinci che esordisce con le racchette nel buco del culo vantando di essere la degna erede di una scommessa cannibala che ha avuto un seguito solo qui, in questa italietta che inventa filoni per non morire dietro lo sdilinquimento di un cinema e di una letteratura persi dietro le depressioni di morituri quarantenni (come diceva anni fa, con altre parole, l'allora puntuale e vetriolinico Nanni Moretti); devo forse citare la santacroce (sì, tutti minuscoli questi cognomi d'indegne suffraggette di un paese che merita Tamaro e Vighy!) che oggi s'inventa una verginitè (!) più a modino perché forse ha capito che tutto quello che ha scritto in precedenza era un'emerita puttanata?
Ora ci si mette anche costei che s'inventa un Tanatoparty, sul contenuto del quale stendo un velo pietosissimo: ma lei non sa che in proposito è stato già detto e fatto tutto? Che la letteratura ha espresso in proposito altre vette e che pure il teatro (penso alle pièces truculenti del Gran Guignol in terra francese a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo e che erano, quella sì, espressione politica della realtà) ha dato di molto diverso e costruttivo?
Mi meraviglio che ad una presentazione del libro (libro?) in questione si sia presentato pure il 'magister vitae' Giulio Mozzi. A dire quali scempiaggini per difendere l'indifendibile? Ad esporre quali lezioni di vita per farne strumento di lavoro?
Sono indignato per come piccoli e grandi editori si rotolino nel fango per tentare di sottrarre perle ai porci: sarebbe il caso che pensassero ad una cerimonia d'abluzione, per lavarsi l'immonda schifezza che si sono spalmati addosso. Perché puzza di morto io la sento, eccome!
di Alfredo Ronci
Dello stesso autore

Laura Liberale
Madreferro
Perdisa pop, Pag. 145 Euro 10,00Qualche settimana fa l'esimio critico letterario Filippo la Porta, recensendo un'antologia su XL (Biglietto, prego... e non ditelo a nessuno, ma ci sono anche io) si meravigliava della presenza 'massiccia' in essa di penne italiche. M'è sembrato tornar indietro nel tempo, quando in politica, per assicurare degna rappresentanza alle femmine si discuteva di 'quote rosa' (gesummio!).
Passi la politica che rimane puttanaio, o mignottaio, decidete voi, ma in letteratura se hai un po' di intraprendenza e qualche traccia, dico traccia, di nozione mercantile,
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