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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Matsumoto Seicho

Tokyo Express

Adelphi, traduzione di Gala Maria Follaco, Pag. 169 Euro 18.00
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Con la storia di Simenon l’Adelphi ne ha combinata un’altra.
Qualcuno dirà: cos’è tutto questo interesse per il Giappone. Rispondo in modo concreto: nessuno. E’ solo la possibilità di cavalcare l’onda montante del noir, o meglio ancora in questo caso, del poliziesco.
Ma andiamo con ordine. Matsumoto non è un nome campato in aria (della serie: lo conosciamo solo noi), è invece uno degli autori più importanti del poliziesco giapponese.
Il Giallo Mondadori, che quando ci si mette fa le cose per bene, anni fa pubblicò una serie di gialli di ambientazione nipponica e tra questi, alcune delle avventure migliori di Matsumoto appunto.
In realtà non fu un  evento, tanto che poi questa decisione editoriale in qualche modo finì. Cosa poi abbia spinto l’Adelphi, a parte la goliardica (diciamo così) indicazione delle affinità elettive tra Matsumoto e Simenon, a ricalcare le orme dello scrittore giapponese… beh forse non lo sappiano, o forse, siamo noi che facciamo gli interessati mentre a Milano le cose avvengono in modo del tutto diverso.
Dunque… Tokyo Express è un buon giallo. Due persone vengono trovate morte vicino ad una spiaggia a pochi chilometri Tokyo, e tutto fa pensare ad un suicidio tra giovani amanti. Ma sono due investigatori di Stato a non trovare il bandolo della matassa, meglio ancora, lo trovano, ma è talmente ordinato che alla fine decidono di indagare più a fondo e di scoprire le molte marachelle del finto suicidio.
C’entrano in particolare gli orari dei treni (splendida l’intuizione dei quattro minuti quattro), traffici ministeriali e il ruolo di una donna che sembrerebbe non entrarci molto con tutta la storia.
Dicevamo, bel giallo, bella ambientazione (il Giappone è sempre stato altro fin dai tempi della ricostruzione post-bellica) e Matsumoto, al di là di certe chiccherie editoriali, a volte assomiglia davvero a Simenon.
Non sarà stata un’esperienza letteraria di prima scelta, ma per gli amanti del genere, un’occasione da non mancare.



di Alfredo Ronci


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Gustoso


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Semmai mi chiedo: com’è possibile che Adelphi abbia preso una sbandata per questo autore giapponese che, è vero, è una sorta di totem della cultura asiatica, ma che non ci saremmo mai aspettati che diventasse, in questo ultimo periodo editoriale, tra gli autori più seguiti del catalogo milanese?

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