Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina

Il Paradiso degli Orchi
Home » Recensioni » La metamorfosi del guerriero

Pagina dei contenuti


RECENSIONI

A.A.V.V.

La metamorfosi del guerriero

Book – Conflitti globali, Pag. 190 Euro 15,00
immagine
La guerra ormai non è più tale, nel senso della parola nella sua accezione singola: la si arricchisce, o addirittura la si sostituisce, con termini ad hoc a secondo delle esigenze. Pensiamo all'ipocrita espressione "operazione di polizia internazionale" o alla reductio ad unum "lotta al terrorismo" che nasconde un'evidente necessità di coprire le altre mille guerre che avvengono nel mondo che non hanno la capacità di accendere i riflettori della stampa di regime.

Dice Jean-Paul Hanon, uno degli autori di questa raccolta: La lotta al terrorismo diviene così uno dei mezzi privilegiati per perseguire un imperativo più generale: restringere i movimenti delle popolazioni potenzialmente pericolose. (pag.39).

Sulla "pericolosità" delle popolazioni ci sarebbe da obiettare: in questa sede ci si limita ad affermare che l'"esportazione" della guerra avviene per una sorta di neo-imperialismo che si autoalimenta di stringente degenerazione e autoalimentandosi produce risultati previsti. Ancora Jean-Paul Hanon: Ma è proprio il senso di eccezionalità, di anormalità, che "insicurizza" lo stato e alimenta il successo della strategia terrorista. Si potrebbe addirittura affermare che il terrorismo, nella sua forma attuale, si nutre deliberatamente di un eccezionalismo che cerca in ogni modo di suscitare(pag.43).

Insomma: al di là dei conflitti e delle frizioni che esistono tra gli stati, la guerra si costruisce, perché dietro al suo meccanismo evolutivo, ci sono interessi non solo strategici: il settore "umanitario" oltre a divenire un business gigantesco, si trasformerebbe in un territorio senza regole, dominato da soggetti privati in grado di governare l'intero ciclo delle guerre, prima affiancando (e in prospettiva sostituendo) le truppe degli stati nell'intervento militare, poi gestendo la ricostruzione e il mantenimento della "pace". In teoria, i nuovi signori della guerra globale potrebbero decidere di scatenare un conflitto per meri motivi di bilancio aziendale. (Mauro Bulgarelli – Umberto Zona – Mercenari, la guerra in outsourcing – pag.53).

Dunque cambia il concetto della guerra (e l'uso della parola che se ne fa) , ma cambia soprattutto la genesi e la composizione dei protagonisti. Qui il libro, con un'analisi attenta e approfondita, prende in esame la metamorfosi del guerriero: dall'oplita, sorta di cittadino-combattente, che partecipa sì alla guerra, ma anche alla realizzazione delle strutture governative, all'eroe-guerriero, sorta di prosecuzione omerica dell'immagine del protagonista, al marinaio (ma l'ambito per quanto riguarda la figura rimane sostanzialmente legato all'utilizzo dei mezzi offensivi, mai fulcro di un riconoscimento identitario di appartenenza e valorizzazione), al mercenario, rivoluzionaria figura di soldato, che non produce però alcuna forma di riconoscimento politico.

Confrontiamola col presente. Dice Mario Vegetti: Già nei primi decenni del IV secolo, le milizie oplitiche cittadine cominciarono a essere sostituite da formazioni mercenarie e rapidamente la guerra (...) fu affidata in prevalenza a eserciti composti per la maggior parte, o esclusivamente, da mercenari (...) che ricorrevano al mestiere delle armi come fattore di sostentamento. (Pag.99).

Sì, le figure che abbiamo visto agitarsi nelle guerre di questi anni (televisive e spettacolari) erano simili: un mercenariato che prima di essere finalizzato alla realizzazione di "interessi bellici" è utilizzato come difesa personale e scorta (pensiamo al defunto Quattrocchi, che è finito ammazzato in terra irachena, ma bodyguard dell'ex ministro Scajola durante le agitazioni del G8 genovese). D'altronde il "famigerato" Nicholas Negroponte in Iraq ha integrato a tutti i livelli le truppe regolari con contractor privati che svolgono, oltre ai combattimenti, attività di intelligence, di presidio e di guerra psicologca, come le stragi di civili compiute da battaglioni senza insegne. (pag.56).

Così, mentre la guerra perde progressivamente il suo significato e si slega sempre di più dall'idea di una identificazione nazionalista, i mass media e le forze governative mondiali vogliono farci credere alla necessità di un'immedesimazione culturale che metta in campo anche la possibilità di uno scontro di civiltà.

La metamorfosi del guerriero è libro indispensabile e intelligente. Ci consegna un archetipo che non è: la guerra, come l'abbiamo sempre conosciuta, non esiste più. I protagonisti, loro malgrado, hanno subito un'evoluzione. A rimetterci, come sempre e oggi ancora di più,le popolazioni inermi. Mia nonna, negli anni settanta, si chiedeva ancora se l'Italia avesse vinto o perso la guerra. Ora la gente comune si chiede soltanto: ma cos'è 'sta roba.

Già, 'sta roba e nient'altro.



di Alfredo Ronci


icona
Succulento


Dello stesso autore

immagine
A.A.V.V.

Scrittori sommersi

www.scrittorisommersi.com, Pag.241 Euro 9.00

Si legge nell'introduzione: In principio era il Verbo e il Verbo per noi si chiama MySpace.com (...) Il 12 aprile 2007 Miriam Mastrovito, giovane scrittrice barese, decide di creare un forum dedicato agli scrittori emergenti: ora, a distanza di poco più di sette mesi, quel tentativo iniziale si è trasformato in una fabbrica di idee, esperimenti, discussioni tra ben 399 persone da tutta Italia, rendendo di fatto questo gruppo uno tra i più attivi e frequentati di questo vasto mondo virtuale.
Insomma, si è capito bene, un coraggioso tentativo, da parte di chi coltiva la passione della scritture, di veder pubblicate le proprie cose al di là dell'interessamento delle grandi case editrici nostrane.

immagine
A.A.V.V.

Attenzione!Uscita operai. Racconti&canzoni

No Reply, Pag. 111 + CD Euro 19,00

Nonostante il giuslavorista Pietro Ichino, dalle pagine della Stampa e anche da quelle del Corsera, indichi in continuazione le strategie per risolvere la crisi del nostro paese, noi che abbiamo la puzza sotto il naso e ci guardiamo attorno, riteniamo che dare la parola a chi giornalmente subisce la condizione di lavoratore, o chi ne fa le veci per una sorta di solidarietà, possa essere infinitamente più costruttivo ed interessante. E non vogliamo disquisire sul concetto di turbocapitalismo che Liberazione sbandierava qualche giorno fa, dopo l'ennesimo incontro di Padre Veltroni, in odor di santità, con l'industriale di turno.

immagine
A.A.V.V.

India

ISBN Edizioni, Pag.192 Euro 18,00

Se dico India qual è la prima cosa che vi salta in mente? Non vorrei fare lo spocchioso o l'intellettuale (categorie di per sé antipaticissime) ma a me l'introduzione di Pasolini al suo L'odore dell'India: Penoso stato di eccitazione all'arrivo. La Porta dell'India. Spaccato, naturalmente fantasmagorico, di Bombay. Una enorme folla vestita di asciugamani. Moravia va a letto: mia esibizione di intrepidezza nell'avventurarmi nella notte indiana. La dolcezza di Sardar e di Sandar.
Vi chiederete perché: perché penso ancora al Moravia

immagine
A.A.V.V.

Piero Camporesi (Riga 26)

Marcos y Marcos , Pag. 375 Euro 24,00

Non vorrei disgustare i puristi, ma mi piacerebbe consigliare questo libro agli appassionati del truculento e dello splatter. A quelli che si beano soprattutto del primo Cronenberg, che adorano l'incubo lynchano Eraserhead, il soft core di Jesse Franco e la filmografia pulp giapponese con l'aggiunta di Takeshi Mike.
Direte perché. Lo lascio suggerire ad uno che ha conosciuto perfettamente Camporesi e ha capito l'impatto rivoluzionario della sua ricerca metodologica: Umberto Eco.

immagine
A.A.V.V.

Perso in tempo. Antologia di racconti

Arcipelago edizioni, Pag. 252 Euro 10,00

Se posso, evito le antologie: sia di grandi autori, che di tematiche sfiziose o con l'aura della serietà (poveri noi!). Perché nel migliore dei casi sono raffazzonate per un pubblico alla ricerca del nome e del possibile evento e perché si sa, per la loro forzata eterogeneità, si rischia di trovare il bel racconto e la schifezza 'passata' per grande firma.
Necessitano eccezioni: sia perché, paradossalmente per le stesse ragioni di prima, c'è la possibilità

immagine
A.A.V.V.

Temponauti

Mondadori, Pag. 355 Euro 7.90

Boomer. Cosa significa? Indica quelle persone che sono nate tra gli anni 50 e gli anni 60, e che quindi hanno vissuto anche il boom economico, che hanno una precisa idea della vita. E pure della cultura.

CERCA

NEWS

ATTUALITA'

CINEMA E MUSICA

RACCONTI

SEGUICI SU

facebookyoutube