RECENSIONI
Paul Auster
Viaggi nello scriptorium
Einaudi, Pag. 112 Euro 14.50
Paul Auster è uno dei miei scrittori preferiti. Di lui ho sempre amato: gli ambienti claustrofobici; le zoomate su dettagli che diventano importanti per il fatto stesso di essere osservati; gli esperimenti sulle risorse del minimalismo, ovvero i viaggi regressivi fino alla scoperta di quel barlume di sé che nell'essere umano resiste a un passo dall'annichilimento; il suo modo di giocare con i dadi di una casualità che a volte indossa la maschera del destino solo per beffarsi di noi e lasciarci sconcertati; la partecipazione che trapela dal suo sguardo nascosto dietro una lente da entomologo; la segreta concitazione che trasforma ogni gesto in avventura esistenziale; il disincanto in lotta con la commozione, quando getta i suoi personaggi all'inferno e poi li segue.
Detto questo, devo esprimere la mia delusione davanti a questa sua recente fatica. L'ambiente claustrofobico c'è, dal momento che Mr Blank si trova solo in una stanza chiusa, senza sapere come ci è arrivato né che cosa sia successo prima. Ci sarebbe dunque anche un mistero da scoprire, ma il gusto è subito guastato dal fatto che il segreto è palese, almeno per il lettore italiano, reso avvertito da Luigi Pirandello, che con i suoi "personaggi in cerca d'autore" ha già proposto il tema, e con ben altra intensità. C'è quindi, in quella stanza chiusa che sembra una stanza di ospedale, un via vai di persone che per i lettori abituali di Auster non hanno niente da nascondere, e per i lettori nuovi non hanno niente da dichiarare. Non risolleva le sorti lo stratagemma del manoscritto incompiuto, romanzo nel romanzo, lasciato come compito al povero scrittore in ostaggio, e tanto meno le risolleva l'autoreferenzialità infine dichiarata, il paradosso, il gioco senza fine.
Che pena, che vergogna, non so più che dire. Mi sono sentita presa in giro con giochetti adatti per intrattenere i bambini, e all'offesa, trattandosi di Auster, si aggiunge il dolore. Se, come me, amate Paul Auster, vi consiglio di tenervi lontani da questo libro, e di acquistarne piuttosto qualcuno di quelli vecchi, se mancano alla vostra collezione. L'Editore ci guadagnerà lo stesso e, vi assicuro, ci guadagnerete anche voi.
Giovanna Repetto
di Giovanna Repetto
Detto questo, devo esprimere la mia delusione davanti a questa sua recente fatica. L'ambiente claustrofobico c'è, dal momento che Mr Blank si trova solo in una stanza chiusa, senza sapere come ci è arrivato né che cosa sia successo prima. Ci sarebbe dunque anche un mistero da scoprire, ma il gusto è subito guastato dal fatto che il segreto è palese, almeno per il lettore italiano, reso avvertito da Luigi Pirandello, che con i suoi "personaggi in cerca d'autore" ha già proposto il tema, e con ben altra intensità. C'è quindi, in quella stanza chiusa che sembra una stanza di ospedale, un via vai di persone che per i lettori abituali di Auster non hanno niente da nascondere, e per i lettori nuovi non hanno niente da dichiarare. Non risolleva le sorti lo stratagemma del manoscritto incompiuto, romanzo nel romanzo, lasciato come compito al povero scrittore in ostaggio, e tanto meno le risolleva l'autoreferenzialità infine dichiarata, il paradosso, il gioco senza fine.
Che pena, che vergogna, non so più che dire. Mi sono sentita presa in giro con giochetti adatti per intrattenere i bambini, e all'offesa, trattandosi di Auster, si aggiunge il dolore. Se, come me, amate Paul Auster, vi consiglio di tenervi lontani da questo libro, e di acquistarne piuttosto qualcuno di quelli vecchi, se mancano alla vostra collezione. L'Editore ci guadagnerà lo stesso e, vi assicuro, ci guadagnerete anche voi.
Giovanna Repetto
di Giovanna Repetto
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Paul Auster
Invisibile
Einaudi, Pag. 228 Euro 17,50Una tessitura magistrale compone le parti di una storia e parallelamente le parti di un libro che in pratica viene scritto, o almeno assemblato, direttamente sotto gli occhi del lettore. Non so se l'argomento principale, quello che sta a cuore ad Auster, sia la riflessione sui fatti umani che racconta o la riflessione sulla scrittura, come se un'ossessione auto referenziale lo costringesse a tornare continuamente in quel crogiuolo dove si compie la creazione di un'opera. C'è comunque, dentro il libro, il ritmo di un respiro,
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