RECENSIONI
Sandra Petrignani
Cani e gatti
Giulio Perrone Editore, Pag. 84 Euro 5,00
Prendiamola alla leggera, anche se il racconto sereno non è (si parla sempre della storia di un matrimonio e del suo fallimento), con una domanda apparentemente curiosa: ma la Pat del libro, di sicuro in parte trasfigurata dalla finzione letteraria, può essere identificata con l'autrice? Perché se così fosse, le simpatie nostre andrebbero tutte al "maschilista" Giacomo e non alla scrittrice (con tutto il rispetto!). Ve la immaginate una donna che in gioventù adorava Joan Baez (bella la definizione che ne diede un critico musicale anni fa: una sorta di Madonna delle Grazie che quando canta sembra un gessetto che stride su una lavagna) ed ora ascolta musica classica e i canti liturgici dei monaci del Monte Athos e che fa meditazione perché il suo maestro gli ha insegnato che per catturare il silenzio non è necessario isolarsi e mettersi "all'indiana"? Secondo me pochi maschi resisterebbero all'urto e non aspetterebbero, come invece ha fatto il povero Giacomo, dieci anni prima di capire che non è cosa. E poi ci si chiede come mai spuntano come funghi tutti questi gay o questi etero curiosi!
Non credo nemmeno che a difesa della Pat valga il detto latino: bene vixit qui bene latuit (ha vissuto bene chi ha saputo stare ben nascosto). Beh troppo facile.
Lo si è detto prima, la stiamo prendendo alla leggera, ma s'insinua in noi il sospetto che la lettura del racconto ci abbia costretto a schierarci e i cani e gatti del titolo appaiono sì indispensabili, ma visti sotto l'aura di una mera strumentalizzazione.
Ma non è così, in fondo siamo certi di un'altra verità, che l'amore della Petrignani verso queste creature sia sincero e profondamente provato: le storie – nello scritto immediatamente dopo il racconto sul matrimonio fallito – dei cani Ralf e Scarlet e della gatta Topazia sono commoventi e dolorosi (un unico appunto e mi preme davvero farlo. Di fronte all'ennesimo agguato sanguinario degli adorati cani nei confronti di un pollaio, la scrittrice si lascia andare ad una dichiarazione quanto meno curiosa: Ma tutto sommato, per un pollo non è più dignitoso essere massacrato da un predatore, piuttosto che finire in pentola? Eh no, cara Petrignani, c'è anche la possibilità che si possa essere vegetariani e far vivere polli e cani insieme. Se no facciamo come il 'mitico' Lorenz che educava le oche, le studiava e poi quando soddisfatto del proprio apprendimento, le metteva in pentola e le mangiava!).
Curioso come in queste settimane anche un'altra scrittrice dedichi il suo tempo e le sue parole agli amati mici: Serena Vitale che con Vladimir Novàk fa uscire per i tipi Salani Gatti in crisi d'identità. Tre racconti, due gatti e novanta cartigli, una storia di una gatta che scappa di casa perché ha una crisi esistenziale.
Ci sta bene, in fondo passiamo molto tempo della nostra vita accanto ai nostri animali domestici, ma un occhio di riguardo anche agli altri che in genere finiscono sulle nostre tavole e nei nostri piatti non sarebbe male.
di Alfredo Ronci
Non credo nemmeno che a difesa della Pat valga il detto latino: bene vixit qui bene latuit (ha vissuto bene chi ha saputo stare ben nascosto). Beh troppo facile.
Lo si è detto prima, la stiamo prendendo alla leggera, ma s'insinua in noi il sospetto che la lettura del racconto ci abbia costretto a schierarci e i cani e gatti del titolo appaiono sì indispensabili, ma visti sotto l'aura di una mera strumentalizzazione.
Ma non è così, in fondo siamo certi di un'altra verità, che l'amore della Petrignani verso queste creature sia sincero e profondamente provato: le storie – nello scritto immediatamente dopo il racconto sul matrimonio fallito – dei cani Ralf e Scarlet e della gatta Topazia sono commoventi e dolorosi (un unico appunto e mi preme davvero farlo. Di fronte all'ennesimo agguato sanguinario degli adorati cani nei confronti di un pollaio, la scrittrice si lascia andare ad una dichiarazione quanto meno curiosa: Ma tutto sommato, per un pollo non è più dignitoso essere massacrato da un predatore, piuttosto che finire in pentola? Eh no, cara Petrignani, c'è anche la possibilità che si possa essere vegetariani e far vivere polli e cani insieme. Se no facciamo come il 'mitico' Lorenz che educava le oche, le studiava e poi quando soddisfatto del proprio apprendimento, le metteva in pentola e le mangiava!).
Curioso come in queste settimane anche un'altra scrittrice dedichi il suo tempo e le sue parole agli amati mici: Serena Vitale che con Vladimir Novàk fa uscire per i tipi Salani Gatti in crisi d'identità. Tre racconti, due gatti e novanta cartigli, una storia di una gatta che scappa di casa perché ha una crisi esistenziale.
Ci sta bene, in fondo passiamo molto tempo della nostra vita accanto ai nostri animali domestici, ma un occhio di riguardo anche agli altri che in genere finiscono sulle nostre tavole e nei nostri piatti non sarebbe male.
di Alfredo Ronci
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