RECENSIONI
Valeria Luiselli
Dimmi come va a finire
La Nuova Frontiera, Traduzione di Monica Pareschi, Pag. 96 Euro 13,00
Iniziamo da una citazione, che a nostro avviso riassume bene il contenuto di Dimmi come va a finire. Partire è un po’ morire / Arrivare non è mai arrivare, dice Valeria Luiselli che è di Città del Messico e che mette subito i piedi nel piatto. Certo che questa frase somiglia terribilmente a quanto dice un napoletanissimo Lello Arena in Ricomincio da tre, Chi parte sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca. Eravamo nel 1981 e nel capolavoro del compianto Massimo Troisi si parlava di immigrazione, come di immigrazione parla questo libro. O meglio di un certo tipo di immigrazione, quella dei minori che dai paesi dell’America Latina tentano il salto negli Stati Uniti per ricongiungersi con i genitori.
Strano libro Dimmi come va a finire, una sorta di saggio/reportage che racconta l’esperienza della Luiselli come traduttrice volontaria nei centri di prima accoglienza dove vengono portati i minori. Libro duro, eppure dolce in alcuni aspetti. La cosa certa è che descrivendo le bruttezze che avvengono intorno al confine Tex-Mex — una descrizione fatta con una prosa scarna, quasi di “servizio” oseremmo dire — la nostra immaginazione non può non correre al Mare Nostrum e a quello che noi Italiani stiamo vivendo in questi giorni. In entrambi i casi abbiamo il Terzo Mondo che preme per entrare in quello che potremmo definire (autocitazione) il Paradiso degli Orchi, il fantasmagorico Primo Mondo. Leggendo le storie di questi bambini riusciamo a capire che non ci sarà muro che potrà fermare questo flusso, Così come non basterà affondare i barconi in Libia, perché altri barconi verranno costruiti e altre rotte sperimentate. No, sembra dire non volendo Valeria Luiselli, non passa lì la soluzione.
Arrivare negli Stati Uniti, rimanere negli Stati Uniti: è questa l’unica preoccupazione per i migranti. Questo è il mito fondante degli Stati Uniti, ottenere il soggiorno, una Carta Verde. Lungo il cammino però ci sono tanti e tali ostacoli che sono molti quelli che non ce la fanno. I narcos messicani, per esempio, che li rapiscono per farli lavorare nelle piantagioni di coca e poi, quando non servono più, li uccidono sotterrandoli in fosse comuni. Poi la polizia (tutto sommato la cosa migliore che può capitare loro) o i vigilantes volontari sul territorio americano che vanno “a caccia”. Già…
di Marco Minicangeli
Strano libro Dimmi come va a finire, una sorta di saggio/reportage che racconta l’esperienza della Luiselli come traduttrice volontaria nei centri di prima accoglienza dove vengono portati i minori. Libro duro, eppure dolce in alcuni aspetti. La cosa certa è che descrivendo le bruttezze che avvengono intorno al confine Tex-Mex — una descrizione fatta con una prosa scarna, quasi di “servizio” oseremmo dire — la nostra immaginazione non può non correre al Mare Nostrum e a quello che noi Italiani stiamo vivendo in questi giorni. In entrambi i casi abbiamo il Terzo Mondo che preme per entrare in quello che potremmo definire (autocitazione) il Paradiso degli Orchi, il fantasmagorico Primo Mondo. Leggendo le storie di questi bambini riusciamo a capire che non ci sarà muro che potrà fermare questo flusso, Così come non basterà affondare i barconi in Libia, perché altri barconi verranno costruiti e altre rotte sperimentate. No, sembra dire non volendo Valeria Luiselli, non passa lì la soluzione.
Arrivare negli Stati Uniti, rimanere negli Stati Uniti: è questa l’unica preoccupazione per i migranti. Questo è il mito fondante degli Stati Uniti, ottenere il soggiorno, una Carta Verde. Lungo il cammino però ci sono tanti e tali ostacoli che sono molti quelli che non ce la fanno. I narcos messicani, per esempio, che li rapiscono per farli lavorare nelle piantagioni di coca e poi, quando non servono più, li uccidono sotterrandoli in fosse comuni. Poi la polizia (tutto sommato la cosa migliore che può capitare loro) o i vigilantes volontari sul territorio americano che vanno “a caccia”. Già…
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