RECENSIONI
Maurizio Cavina e Bruno Leporatti
Itinere Alieno
Effequ Edizioni, Pag. 90 Euro 6,00
Va preso come un gioco, un divertissement, e ha la lunghezza giusta per non diventare stucchevole. Perché nasce da un'idea minima e paradossale, come quelle, per intenderci, che illuminavano come lampi al magnesio i racconti di Frederic Brown. L'idea è la seguente. Prendiamo un manipolo di prodi portoghesi del cinquecento, portatori di un collaudato sistema di valori, inseriamoli all'interno di un'avventura fantascientifica (ma attenzione, vista da loro, non vista da noi!) e vediamo che cosa succede.
Uomini, muli, cavalli e artiglierie galleggiavano per l'aere cozzandosi vicendevolmente tra altissime urla e lamentazioni. Li muli ispecialmente erano impazziti per se medesimi, e grandemente scalpitando se ne volavano capriolando...
A contatto con civiltà aliene, si potrebbe supporre che la loro mentalità entri in crisi, che gli orizzonti si allarghino, che le idee si modifichino fino a determinare comportamenti nuovi. Be', la sorpresa è che non si modifica un bel niente, perché il loro sistema di valori è così rigido e impermeabile che essi continuano a vagheggiare di Crociate e di Terra Santa, e ad aspettare benedizioni apostoliche e investiture papali.
In particolare Padre Nuno, il pio cappellano della truppa, ad ogni passo conforta e incoraggia gli uomini, intrattenendoli con disquisizioni teologiche, magari un po' tirate e maccheroniche, ma atte a riportare sempre e comunque ogni fenomeno entro gli schemi delle conoscenze note e dei dogmi di fede.
In base a tale convincimento, ho da ritenere che lo malifizio de lo nostro volo sarà di breve termine, ché, già da ora, Nostro Signore ha inviato angelica ambasceria allo dimonio, redarguendolo a malefiziar entro li limiti che sono propri delli malifizi del maligno.
E' rassicurante sapere che non tutti i malifizi sono leciti al demonio, e che quelli leciti sono ad exemplo lo apparir in forma di vergine per tentar li Santi e li eremiti, o far combutte con gli infedeli.
Meno male, dal momento che li dimoni son più di centotrentatre milioni, perché così ha scritto lo Vescovo di Tuscolo ch'ebbe a contarli uno per uno.
Altro punto fermo, per i nostri, è l'assetto immutabile delle gerarchie militari.
Solo Noi, che siamo Uffiziali di Portogallo e come tali di niuna cosa possiamo aver timore, essendo la paura propria soltanto dei soldati e delli sottoposti e non de li comandanti, non dimenticammo i nostri doveri...
Così, partiti per una spedizione in Amazzonia, decisi a tutto per diffondere la Verità Cristiana, difendere l'onore di re Sebastiano di Portogallo, e impadronirsi dei tesori della mitica città d'Aurina (al benefico scopo, s'intende, di finanziare le Crociate), questi prodi si imbarcano in un'avventura di cui ignorano la portata, ma di cui, con l'aiuto della fede, non esitano a forgiare gloriose interpretazioni. Insaporito dal pittoresco e tronfio linguaggio d'epoca, il racconto si snoda veloce, producendo spesso un irresistibile effetto comico.
di Giovanna Repetto
Uomini, muli, cavalli e artiglierie galleggiavano per l'aere cozzandosi vicendevolmente tra altissime urla e lamentazioni. Li muli ispecialmente erano impazziti per se medesimi, e grandemente scalpitando se ne volavano capriolando...
A contatto con civiltà aliene, si potrebbe supporre che la loro mentalità entri in crisi, che gli orizzonti si allarghino, che le idee si modifichino fino a determinare comportamenti nuovi. Be', la sorpresa è che non si modifica un bel niente, perché il loro sistema di valori è così rigido e impermeabile che essi continuano a vagheggiare di Crociate e di Terra Santa, e ad aspettare benedizioni apostoliche e investiture papali.
In particolare Padre Nuno, il pio cappellano della truppa, ad ogni passo conforta e incoraggia gli uomini, intrattenendoli con disquisizioni teologiche, magari un po' tirate e maccheroniche, ma atte a riportare sempre e comunque ogni fenomeno entro gli schemi delle conoscenze note e dei dogmi di fede.
In base a tale convincimento, ho da ritenere che lo malifizio de lo nostro volo sarà di breve termine, ché, già da ora, Nostro Signore ha inviato angelica ambasceria allo dimonio, redarguendolo a malefiziar entro li limiti che sono propri delli malifizi del maligno.
E' rassicurante sapere che non tutti i malifizi sono leciti al demonio, e che quelli leciti sono ad exemplo lo apparir in forma di vergine per tentar li Santi e li eremiti, o far combutte con gli infedeli.
Meno male, dal momento che li dimoni son più di centotrentatre milioni, perché così ha scritto lo Vescovo di Tuscolo ch'ebbe a contarli uno per uno.
Altro punto fermo, per i nostri, è l'assetto immutabile delle gerarchie militari.
Solo Noi, che siamo Uffiziali di Portogallo e come tali di niuna cosa possiamo aver timore, essendo la paura propria soltanto dei soldati e delli sottoposti e non de li comandanti, non dimenticammo i nostri doveri...
Così, partiti per una spedizione in Amazzonia, decisi a tutto per diffondere la Verità Cristiana, difendere l'onore di re Sebastiano di Portogallo, e impadronirsi dei tesori della mitica città d'Aurina (al benefico scopo, s'intende, di finanziare le Crociate), questi prodi si imbarcano in un'avventura di cui ignorano la portata, ma di cui, con l'aiuto della fede, non esitano a forgiare gloriose interpretazioni. Insaporito dal pittoresco e tronfio linguaggio d'epoca, il racconto si snoda veloce, producendo spesso un irresistibile effetto comico.
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