RECENSIONI
Ali Smith
La prima persona
Feltrinelli, Pag. 140 Euro 13,00
Il titolo dell'ultimo libro di Ali Smith, una raccolta di racconti, è un fulcro attorno a cui far ruotare un sacco di pensieri, è un tornio a cui si gira continuando ad entrare ed uscire da dimensioni diverse. La prima persona. Questo il titolo. Questo l'incipit per il lettore.
Effettivamente, le storie che si raccolgono in queste pagine sono il frutto di una voce che parte come un bisbiglio mentre si dorme, qualcosa che si cerca di individuare tra il sonno e il sogno, un bisbiglio leggero che spesso permette di continuare a dormire rendendo ancor più vivida l'immaginazione e facendo credere di vivere quello che si osserva, cullati nel proprio letto, come reale.
Un sottofondo delicato, un sussurro che si fa più intenso in ogni riga di questa scrittrice che emoziona, semplicemente, senza tanti fronzoli stilistici da vecchia mestierante o appassionata sperimentatrice. La sua scrittura, delicata e reale, pur essendo profondamente onirica per certi sensi, ha la forza empatica di una sonata per pianoforte senza titolo, di un sorriso catturato in un pub in mezzo alla gente, che fa stringere le spalle e abbassare lo sguardo.
Ci si muove lentamente in questi episodi che hanno la coralità del monologo, del pensiero che sfugge alle labbra e si fa riga d'inchiostro. Il sussurro diventa parola che diventa macchina da presa e raccoglie in volo lo sguardo impreparato del lettore che entra nella scena, nelle strade, nei discorsi dei comprimari, nelle vite degli altri, sorvola spazi e tempo come in un virtuale tour tridimensionale fatto di crocevia esistenziali.
E dall'occhio in prima persona della penna che scrive e descrive, ci si ritrova sbalzati all'indietro e il sussurro, la parola diventano mormorio, perché ad un tratto, in questo susseguirsi di filosofia del vivere, di non sense emozionale ed emozionante, il lettore è il terzo uomo. Il titolo della raccolta, e del racconto omonimo contenuto in essa, svanisce. Così. All'improvviso si è spettatori di quello che accade, si diventa la terza persona, che viene descritta in modo miracoloso da Ali Smith: La terza persona è un altro paio di occhi. La terza persona è un presentimento di Dio. La terza persona è un modo di raccontare la storia. La terza persona è ridare vita ai morti. È un teatro di gente viva [...] E' una scatola per la musica senza fine che esiste tra le persone, che aspetta di essere suonata.
E questo è Ali Smith e la sua capacità di incatenare al foglio, una scatola per la musica senza fine.
di Alex Pietrogiacomi
Effettivamente, le storie che si raccolgono in queste pagine sono il frutto di una voce che parte come un bisbiglio mentre si dorme, qualcosa che si cerca di individuare tra il sonno e il sogno, un bisbiglio leggero che spesso permette di continuare a dormire rendendo ancor più vivida l'immaginazione e facendo credere di vivere quello che si osserva, cullati nel proprio letto, come reale.
Un sottofondo delicato, un sussurro che si fa più intenso in ogni riga di questa scrittrice che emoziona, semplicemente, senza tanti fronzoli stilistici da vecchia mestierante o appassionata sperimentatrice. La sua scrittura, delicata e reale, pur essendo profondamente onirica per certi sensi, ha la forza empatica di una sonata per pianoforte senza titolo, di un sorriso catturato in un pub in mezzo alla gente, che fa stringere le spalle e abbassare lo sguardo.
Ci si muove lentamente in questi episodi che hanno la coralità del monologo, del pensiero che sfugge alle labbra e si fa riga d'inchiostro. Il sussurro diventa parola che diventa macchina da presa e raccoglie in volo lo sguardo impreparato del lettore che entra nella scena, nelle strade, nei discorsi dei comprimari, nelle vite degli altri, sorvola spazi e tempo come in un virtuale tour tridimensionale fatto di crocevia esistenziali.
E dall'occhio in prima persona della penna che scrive e descrive, ci si ritrova sbalzati all'indietro e il sussurro, la parola diventano mormorio, perché ad un tratto, in questo susseguirsi di filosofia del vivere, di non sense emozionale ed emozionante, il lettore è il terzo uomo. Il titolo della raccolta, e del racconto omonimo contenuto in essa, svanisce. Così. All'improvviso si è spettatori di quello che accade, si diventa la terza persona, che viene descritta in modo miracoloso da Ali Smith: La terza persona è un altro paio di occhi. La terza persona è un presentimento di Dio. La terza persona è un modo di raccontare la storia. La terza persona è ridare vita ai morti. È un teatro di gente viva [...] E' una scatola per la musica senza fine che esiste tra le persone, che aspetta di essere suonata.
E questo è Ali Smith e la sua capacità di incatenare al foglio, una scatola per la musica senza fine.
di Alex Pietrogiacomi
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