RECENSIONI
Elise Schirrmacher
La strategia dello scoiattolo
Castelvecchi, Pag.273 Euro 14,00
Sottotitolo: vivere felici e soddisfatti con i geniali trucchi degli animali. Se fosse così facile! Di sicuro facile non è digerire il malloppo di miele che gronda da queste pagine. Dove con sfacciato buonismo e intemerata faziosità si scelgono con cura solo gli esempi atti a dimostrare la "superiorità" degli animali sull'uomo, il tutto non fine a se stesso, ma con dichiarati intenti didascalici. Secondo l'Autrice ci sarebbe una vera e propria mappa degli specifici insegnamenti offertici dai diversi animali. Non scherzo, alle pagine 12 e 13 c'è un vero e proprio schema che raggruppa le competenze. Suddivisi in sezioni (sentimenti, famiglia, corpo, casa, lavoro) vi sono sintetizzate le varie lezioni offerte dagli inconsapevoli insegnanti. Da qui apprendiamo per esempio che sull'argomento "casa" possiamo imparare ad arredare con personalità dagli uccelli giardinieri, a chiudere il mondo fuori dalla porta dai gabbiani fuligginosi (badate bene, se non sono quelli fuligginosi la lezione non vale!), ad avere una casa funzionale e ordinata dalle termiti. Per fare qualche altro esempio sparso, scopriamo che gli elefanti sono specialisti nell'elaborare il lutto, e i pesci pagliaccio sono campioni nell'avere fiducia negli altri. Mi sembra quella famosa barzelletta in cui il padre istruisce il figlio adolescente dicendogli "quello che hai fatto con la figlia del fattore lo fanno anche le api e le farfalle". Ah, dimenticavo, voglio citare anche la maestria dei castori (sezione "famiglia") nell'arte del cenare tutti insieme. E brava la nostra Autrice, ordinatissima, che alla fine di ogni capitolo dispensa perle di saggezza nell'apposito angolo definito il consiglio dello scoiattolo. Esempio: Se c'è qualcosa che affligge un elefante, lui piange. Non c'è motivo di fuggire quando la persona di fronte a te inizia a piangere. Anzi, lascia libero sfogo anche alle tue di lacrime. Vogliono solo uscire fuori e poi spariscono! Non te ne devi vergognare. Dopo avere pianto, basta semplicemente fare un bel respiro profondo e sorridere... (Il fervorino continua per un po', ma vi risparmio il seguito, un'idea ve la sarete fatta).
Fra pressapochismo e candore, la nostra Schirrmacher esprime la sua ammirazione per le virtù paterne dei pinguini, che passano lunghi mesi invernali restando immobili e quasi morti di fame a covare le uova tenendole appoggiate sui piedi, perché il ghiaccio non le raffreddi, e nel suo entusiasmo esclama: La natura è, ancora una volta, superiore a noi! Forse non si è domandata, la fanciulla, da dove cavolo veniamo noi se non facciamo parte della natura. E nemmeno pare abbia riflettuto sul fatto che se il pinguino vivesse in un ambiente meno statico del polo sud, fra animali con un filino di inclinazioni predatorie, si sarebbe già estinto da un pezzo, né sul fatto che se fosse dotato di appena un filino di cervello in più potrebbe aver elaborato per la cova strategie meno stupide. Ma lei no, cinguetta impertinente che i padri dei pinguini imperatori non vengono presi in giro dai colleghi, e suggerisce burbera: La prossima volta che la tua compagna interferisce mentre cambi un pannolino, dille che deve prendersi un libro e sedersi al sole. Ma in che mondo vive? Da noi quando un padre cambia i pannolini vuol dire che la madre si sta facendo il mazzo da un'altra parte, altro che libri al sole!
Temo che all'Autrice sia sfuggita una semplice osservazione: che se la specie umana non è felice non è certo per mancanza di strategie, ma perché soffre di un profondo malessere legato alla propria complessità, destino non scelto ma determinato appunto dalla "provvida" natura (incolpevole anche lei, per cui sarebbe meglio abbandonare la strada dei moralismi e delle presunte "superiorità", se non vogliamo far ridere). Se l'Autrice avesse almeno letto il buon vecchio Konrad Lorenz, la cui assenza spicca come uno squarcio nell'eterogenea bibliografia, avrebbe potuto farsi un'idea meno superficiale della comparazione fra l'uomo e il resto degli animali. Anche Desmond Morris, nel suo piccolo, le avrebbe dato un mano d'aiuto.
Una cosa c'è di buono, per lei che è anche musicista, e ha studiato storia e filosofia, e chissà che altro ancora. Glielo ricordo proprio citando il suo libro: uno scoiattolo ha sempre un "piano B".
di Giovanna Repetto
Fra pressapochismo e candore, la nostra Schirrmacher esprime la sua ammirazione per le virtù paterne dei pinguini, che passano lunghi mesi invernali restando immobili e quasi morti di fame a covare le uova tenendole appoggiate sui piedi, perché il ghiaccio non le raffreddi, e nel suo entusiasmo esclama: La natura è, ancora una volta, superiore a noi! Forse non si è domandata, la fanciulla, da dove cavolo veniamo noi se non facciamo parte della natura. E nemmeno pare abbia riflettuto sul fatto che se il pinguino vivesse in un ambiente meno statico del polo sud, fra animali con un filino di inclinazioni predatorie, si sarebbe già estinto da un pezzo, né sul fatto che se fosse dotato di appena un filino di cervello in più potrebbe aver elaborato per la cova strategie meno stupide. Ma lei no, cinguetta impertinente che i padri dei pinguini imperatori non vengono presi in giro dai colleghi, e suggerisce burbera: La prossima volta che la tua compagna interferisce mentre cambi un pannolino, dille che deve prendersi un libro e sedersi al sole. Ma in che mondo vive? Da noi quando un padre cambia i pannolini vuol dire che la madre si sta facendo il mazzo da un'altra parte, altro che libri al sole!
Temo che all'Autrice sia sfuggita una semplice osservazione: che se la specie umana non è felice non è certo per mancanza di strategie, ma perché soffre di un profondo malessere legato alla propria complessità, destino non scelto ma determinato appunto dalla "provvida" natura (incolpevole anche lei, per cui sarebbe meglio abbandonare la strada dei moralismi e delle presunte "superiorità", se non vogliamo far ridere). Se l'Autrice avesse almeno letto il buon vecchio Konrad Lorenz, la cui assenza spicca come uno squarcio nell'eterogenea bibliografia, avrebbe potuto farsi un'idea meno superficiale della comparazione fra l'uomo e il resto degli animali. Anche Desmond Morris, nel suo piccolo, le avrebbe dato un mano d'aiuto.
Una cosa c'è di buono, per lei che è anche musicista, e ha studiato storia e filosofia, e chissà che altro ancora. Glielo ricordo proprio citando il suo libro: uno scoiattolo ha sempre un "piano B".
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