RECENSIONI
David Nicholls
Noi
Neri POzza, Traduzione di Massimo Ortelio , pag. 432 Euro 18,00
Manuale per l’uso della famiglia borghese del terzo millennio. Questa potrebbe essere una delle definizioni di Noi, il nuovo, scintillante romanzo di David Nicholls (quello di One Day tanto per intenderci). Un tour pazzesco — un Gran Tour — quello che compie la famiglia Petersen e che fa da sfondo alla storia: Francia, Belgio, Olanda, Italia, Spagna. Situazioni e sensazioni che chiunque si è trovato a vivere almeno una volta e che ci faranno sorridere, o immalinconire. Guardate voi.
E’ bello Noi, è un romanzo travolgente e, lo ripetiamo, malinconico. Impossibile non fare il tifo per Douglas Petersen, uomo affermato ma tutto sommato sempre fuori posto e molto spesso impalpabile. Quella che ci narra il romanzo è la storia del suo rapporto con la moglie Connie, artista “pentita”, ma neanche troppo. Una storia d’amore, o per dirla con Douglas una storia in cui “di certo l’amore c’entra qualcosa”. Nicholls decide raccontare la loro vicenda alternando due diversi piani temporali, la gioventù di quando si sono conosciuti e il presente del Gran Tour, causa scatenante di un futuro già scritto. Questo marca bene lo scarto tra le speranze e l’inesperienza della gioventù dei Petersen, e l’esperienza priva di speranza (ma non disperata) di una coppia di cinquantenni. In mezzo la cartina tornasole di Albert, il figlio adolescente che spesso uno avrebbe voglia di strozzare a mani nude.
Avviene tutto in Noi, tutto quello che deve avvenire durante i venti anni di matrimonio che Douglas ci racconta con una prosa avvolgente. Succede tutto e in un modo così liscio e privo di forzature che spesso sembra quasi essere l’ordine naturale delle cose. Ma non c’è nulla di naturale a rinunciare ai propri sogni e alle ambizioni, questo dovremmo ricordarlo tutti. Questa è la verità (amara) che Connie riesce a mettere a nudo, con profonda onestà e non senza difficoltà, durante le quattrocento pagine di un libro che veramente si fa fatica a mettere giù una volta iniziato. Douglas subirà, lotterà, poi forse perderà. Eppure…
di Marco Minicangeli
E’ bello Noi, è un romanzo travolgente e, lo ripetiamo, malinconico. Impossibile non fare il tifo per Douglas Petersen, uomo affermato ma tutto sommato sempre fuori posto e molto spesso impalpabile. Quella che ci narra il romanzo è la storia del suo rapporto con la moglie Connie, artista “pentita”, ma neanche troppo. Una storia d’amore, o per dirla con Douglas una storia in cui “di certo l’amore c’entra qualcosa”. Nicholls decide raccontare la loro vicenda alternando due diversi piani temporali, la gioventù di quando si sono conosciuti e il presente del Gran Tour, causa scatenante di un futuro già scritto. Questo marca bene lo scarto tra le speranze e l’inesperienza della gioventù dei Petersen, e l’esperienza priva di speranza (ma non disperata) di una coppia di cinquantenni. In mezzo la cartina tornasole di Albert, il figlio adolescente che spesso uno avrebbe voglia di strozzare a mani nude.
Avviene tutto in Noi, tutto quello che deve avvenire durante i venti anni di matrimonio che Douglas ci racconta con una prosa avvolgente. Succede tutto e in un modo così liscio e privo di forzature che spesso sembra quasi essere l’ordine naturale delle cose. Ma non c’è nulla di naturale a rinunciare ai propri sogni e alle ambizioni, questo dovremmo ricordarlo tutti. Questa è la verità (amara) che Connie riesce a mettere a nudo, con profonda onestà e non senza difficoltà, durante le quattrocento pagine di un libro che veramente si fa fatica a mettere giù una volta iniziato. Douglas subirà, lotterà, poi forse perderà. Eppure…
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