Attualità

La pazzia di Dio è inferiore a quella degli uomini che negano il mito, nel grande romanzo di Luigi De Pascalis
Mi sono imbattuto casualmente, come del resto succede sempre per le cose importanti, nel romanzo La pazzia di Dio, di Luigi De Pascalis (La Lepre Edizioni) e, al termine della sua lettura, posso tranquillamente affermare di essermi trovato di fronte a uno dei capolavori assoluti della storia della letteratura italiana almeno dal secondo dopoguerra. E' un testo, questo, che, seppur ambientato fra il 1895 e il 1922, le scuole dovrebbero adottare per far capire agli studenti tutto il novecento italiano,

Il ritorno dei figliol prodigi.
Prodigio è una parola allettante. Dice in proposito il Vocabolario della lingua italiana Treccani: Fatto, fenomeno, avvenimento che trascende, o sembra trascendere, l'ordine naturale delle cose, interpretato come preannunzio divino di eventi per lo più infausti. Au contraire 'l'enfant prodige' è bambino o ragazzino di doti per lo più eccezionali.
Questo nostro mondo ne è pieno, e l'Italia, in particolare, sembra, nonostante i tempi, brulicare di creature dotate di mezzi non comuni:

I libri migliori dell'anno
Ormai non c'è italiano che non faccia liste. Dopo la straordinaria abbuffata di Vieni via con me e i suoi elenchi ruffiani, piagnoni e buonisti, anche noi Orchi non potevamo venir meno allo 'sport' più praticato dagli italiani (una volta era quello di sentirsi 'mister' e compilare una propria squadra nazionale di calcio del cuore). Voltate pagina e troverete una lista appunto dei migliori libri (nuovi e riedizioni) di questo 2010 secondo gli appetiti orcheschi. Se fossi in voi ne approfitterei per qualche intelligente regalo di Natale.
Buone feste comunque!

Tenerezza per il narciso.
Sabato, 13 novembre, Raitre, "Che tempo che fa". Una bella intervista a Riccardo Muti, mo-numento della musica. Fazio, arguto finto ingenuo, lo stuzzica, e il Maestro (con la maiuscola, perché la merita) una parola dopo l'altra si abbandona all'adorazione del proprio personaggio. Dice battute da salotto, anche audaci, con (finto) scandalo del diavoletto Fazio, e risate complici del pubblico (di quella complicità deferente a cui ti obbliga la fama dell'interlocutore: il Maestro non è un comico, è un musicista, e di che livello!, perciò, anche se le sue battute sono scarse, noi ridiamo lo stesso di gusto, anzi, ancora di più proprio per questo).

La lingua fregnacciara degli gnu
Epoca di eventi e su cui si è già insistito: ma vorrei che qualcuno non prendesse sottogamba il fenomeno. Perché poi le vere e proprie epifanie, nei vari campi dello scibile, sono men rare di un testimone di Geova che bussa alla tua porta la domenica mattina alle otto. Ma l'epifania, intesa come 'apparizione miracolosa' non da il senso del misfatto: qui tutto diventa fatto imprescindibile a cominciar da facebook che sembra riempirci la vita, con amici e presunte amicizie urbi et orbi, ma sulla cui solitudine inconsolabile del singolo ci sarebbe da imbandire una tavola rotonda.

Elsa Morante. Uno sguardo al femminile: scritture tra realtà mito ed utopia.
Il 25 novembre del 1985 moriva Elsa Morante. Non so se qualcuno, a 25 anni da quella data, troverà modo o maniera per ricordarla. A noi c'è sembrato doveroso farlo, soprattutto in un'epoca di sesquipedali ovvietà. Brevi note, ma sufficienti per riassumere una delle figure più importanti e influenti della narrativa non solo italiana.

La libertà dei servi (degli italiani che si accontentano e godono)
Visto che non ne possiamo più, anche solo di pensarlo, diciamolo subito: il saggio di Maurizio Viroli ci servirà perché a futura memoria si tengano presenti le responsabilità ennesime di questa gente italica che non è mai diventata popolo, quella che adesso tutti fanno a gara a paragonare all'ignaro chiamato in causa da Ettore Petrolini perché "non buttava di sotto" il frescone che lo fischiava. Fino a ieri gli stessi hanno tessuto l'elogio della "straordinaria comunicazione"

Noi artisti proprio non ce la facciamo (con un'eccezione).
Qualche giorno fa, insieme a tanti, abbiamo occupato il red carpet alla Festa del Cinema di Roma. Una grande manifestazione, davvero molti i partecipanti. Successo pieno per un'iniziativa che ci auguriamo risulti utile e costruttiva, e che comunque è stata divertente e anche mondana (si sentiva in giro: "se non era per oggi, il tappeto rosso chi se lo faceva mai?")
Tuttavia...

Pasolini se l'è andata a cercare?
L'inserto dei libri de Il sole 24 ore ci avverte che il nuovo libro di Marco Belpoliti (Pasolini in salsa piccante) ha il coraggio di ridiscutere etica ed estetica del poeta. La tesi? Che forse, come dice anche il cugino dello scrittore-regista Nico Naldini, in fondo in fondo se è morto a quel modo è perché se l'è cercata.
Piergiorgio Paterlini risponde a Belpoliti e pure a Lucarelli. Che in questo caso hanno fatto 'coppia'.

Si scopa per morir... dal ridere.
Sfido chiunque a scriver di sesso e non essere ridicoli. Per carità c'è chi con l'erotismo c'ha fatto carriera e sommi letterati hanno sfoderato le unghie per graffiare il comune senso del pudore. Ma ribadisco che parlar di walter (s – plurale) e di iolande (prendo in prestito il lessico littizzettiano, altrimenti mi si accusa sempre di essere volgare) o anche solo di odori e di impulsi irrefrenabili è impresa assai ardua e spesso si rischia la comicità involontaria. Come quando si fa cilecca a letto e con mille scuse non si ha il coraggio di ammettere che è una semplice defaillance.
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