Cinema e Musica

Da una profonda insanity, la purezza della poesia: 'Toward the low sun' dei Dirty Three
Li abbiamo visti in Italia, da poco, in tour con performance coinvolgenti che evocano atmosfere cavernose ed esclusive da club: nicchie di aderenza a qualcosa dal sound speciale, pensiero e versi in musica. Infatti, il trio dei Dirty Three si esprime con gli accordi; in passato ha tentato l'accidentato sentiero del canto senza ottimi risultati di mercato, ma a me piacevano lo stesso.

Non c'è bisogno di raddoppiare il nome per essere sempre grandi: 'Tucson' dei Giant Giant Sand.
Vai a sapere perché Howe Gelb ha raddoppiato il nome della band passando da 'Giant Sand' a 'Giant Giant Sand'. Qualsiasi spiegazione, a me, risulterebbe una facezia, perché quel che mi interessa è la qualità della musica, e qui c'è poco da contestare.
Gelb lo ritengo uno delle menti più sottili del panorama musicale e la sorpresa dell'anno scorso, Alegrias (che avevo valutato come uno dei migliori dischi dell'anno) con la sua band di gitani, mi aveva confermato la sua duttilità e la sua creatività, pur mantenendo una coerenza formidabile ed inattaccabile.

Allevi, nostro bersaglio preferito.
Giovanni Boldini 1842-1931 è un magnifico e furbo illustratore dalla tecnica impeccabile, a cui bisogna riconoscere un'invenzione apparentemente banale, in realtà formidabile, che ha fatto la sua fortuna. Nei suoi ritratti (non ha dipinto altro tutta la vita) allunga le figure, un po' come El Greco, solo che quelle del Greco sono tragiche o mistiche, quelle di Boldini fatue ed eleganti. Ora, siccome desiderio supremo di tutte le dame e i dandy che si fanno fare il ritratto è sempre stato, allora come adesso, di apparire più magri e più alti, ecco che un quadro di Boldini diventava lo specchio delle loro brame.

L'eroe protopunk 'arrota' la erre ed esce fuori 'Après.
Stiano tranquilli i figliocci del rock, il loro eroe non è impazzito. E poi non sarebbe manco la prima volta. Già nel 2009 Iggy Pop aveva disorientato i suoi seguaci con Preliminaires: una sorta di via al 'croonerismo'. Ma noi orchi, si sa, siamo ancor più tignosi: tanto per far capire che non cadiamo dalle nuvole come invece fanno molti, segnaliamo che già nel lontano 1997, quindici anni fa orsù dunque, il nostro vecchierello (ma la smettesse di far vedere la tartaruga nelle foto, abbiamo capito che c'ha ancora il fisico, ma basta!)

Bacchette o forchette?
Martedì dieci luglio, Parco della Musica, pomeriggio. Apertura del Japanese Musicfest con mostra di calligrafia giapponese contemporanea, concerto e spuntino sushi dopo i discorsi. Riassu-miamo. 
La calligrafia: è una bellissima pittura che va letta, da chi ci riesce, naturalmente.  Ci dicono che ha anche significati più profondi di quelli esclusivamente decorativi che arrivano a noi. "Non ci sono correzioni.

La musica 'ambient' di un personaggio antipatico: 'The Duke' di Joe Jackson.
Mi chiedo come faccia a rimaner simpatico uno che circa trent'anni fa disse che il rock era morto. Eppure da lì lui veniva, pur se voleva sbandierare da subito liaison con la musica più raffinata e cool. Le esperienze le aveva fatte tutte e per anni fu una delle migliori promesse della new wave anni ottanta. Poi le smanie jazz, con risultati dapprima sorprendenti (Jumpin' Jive del 1981, con musiche di Cab Calloway  fu episodio quasi capolavoro) poi via via sempre più standard.
Ultimamente lo avevamo perso di vista, meglio ancora, ce ne fregava assai poco, dal momento che per lui il mondo rock era out, e se permetti...

Mozart e lo scacciapensieri.
Fantastico! Voi non avete neanche idea in quale angolo del mondo hanno piazzato il concorso internazionale di scacciapensieri. Perché una faccenda simile esiste davvero. A Cefalù, a Corleone? Neanche per sogno; a Jakutsk in Siberia. Notizia quanto meno stupefacente per noi che ci consideriamo gli inventori di questo giocattolo. Lo ha vinto l'anno scorso Albin Paulus, lo sconcertante solista che ha riempito da solo la prima parte della serata dedicata all'Austria dalla Filarmonica Romana nella rassegna "I Giardini di Luglio".

Quel che non strozza ingrassa: 'Banga' di Patti Smith.
Da titolo si potrebbe dedurre una mezza delusione, ma non trovavo espressione migliore per qualificare un'opera che ha le stimmate dell'essenzialità e che per questo potrebbe anche disturbare.
Siamo più chiari: ne ho sentite di belle e anche di brutte su quest'album (ma XL lo ha fatto disco del mese), ma la questione non è se possa piacere o convincere, ma se l'artista ha deviato dal suo percorso affascinante e che ci accompagna ormai da quasi quarant'anni (vi devo ricordare che Horses  è del 1975?).

Fantastica Roma. Ogni sera un evento: Va', vecchio John!
La rassegna della Filarmonica Romana si chiama "I giardini di luglio", e lo slogan del titolo, lanciato naturalmente a John Cage, è un po' la bandiera anticonformista di tutta la faccenda (con sconfinamenti nel bizzarro e nell'esotico, e anche nel temibile, di cui parleremo). Diamo un'occhiata al libretto, che merita, perché pieno di spunti di ironia, qualche volta perfino involontaria, ci pare (se invece è voluta, tanto di cappello, ammesso che i serpenti lo portino). Il 25 giugno gli spettacoli iniziano alle 16.93 (ora di Cage), oppure alle 20.10 (anche) e uno dei concerti si intitola "Open the Cage" (Apri la gabbia).

Non la Grecia della crisi, ma dei sogni d'amor: 'Rebetiko Gymnastas' di Vinicio Capossela.
Dopo Marinai profeti e balene non ce lo saremmo mai aspettato. O forse sì, perché dopo il viaggio anche i viaggiatori più incalliti hanno bisogno di fare sosta, per trovare amore. E Vinicio Capossela si ferma in Grecia, che di questi tempi significa un azzardo, ma lui sfida il mondo intero, e si trasforma in un menestrello del rebetiko (forma musicale tipica della regione) e si fa accompagnare dal bouzouki, lo strumento di cui è maestro Manolis Pappos.
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