Racconti

Una settimana fortunata
Erano le cinque, Serena dormiva dandogli la schiena. Dopo essersi rigirato tutta la notte tra le lenzuola, Giancarlo decise di alzarsi. Se fosse passato in ricevitoria all’apertura, l’attesa sarebbe terminata prima.

Per l'ostinazione di un pesce
Quando giunsero sul posto, il suo corpo era gonfio come se qualcuno ci avesse soffiato dentro per un’ora buona, e immobile quanto un pezzo di legno lasciato galleggiare sul pelo dell’acqua, trasportato dalla corrente, si potrebbe dire.

Ania
Ania era una bambina dalla bellezza folgorante. Era venuta al mondo come un sospiro a rallegrare la vita dei genitori, per anni spenti in inutili tentativi d’allargare l’orizzonte della loro famiglia. Alfonso, attempato insegnante d’educazione musicale e Sandra, un tempo brillante mezzosoprano, entrambi discesi verso il declivio d’una grigia esistenza, avevano in un pomeriggio d’autunno risalito la china. Grazie a lei, la piccola Ania che, morbida come una candida nuvola bianca, s’era messa lì,

Vibrare
Era la fine del millennio e tutti aspiravano a vibrare su una scala più alta. Non era una cosa avventista o millenarista, ma semplicemente era accaduta questa cosa per una qualche singolarità in quegli anni fra il 1997 e 1999, benchè fossero tutti questi dei numeri inquietanti.

La tigre
Una sera di pioggia, dopo molto vagare, un viandante dalla pelle di ambra trova rifugio in una casa. Quando ne esce la mattina seguente, s’imbatte in una schiera di strani figuri in divisa, appoggiati ai fucili proprio dinnanzi all’uscio.

La scelta
«Non capita tutti i giorni uno Speciale Pelle Ambrata!», dice alla madre, mentre il banner pubblicitario Prossime Aperture lampeggia con insistenza sullo schermo del dispositivo, «Nel bel mezzo di febbraio, poi».

La nuvola
Questo vuole essere il breve resoconto degli straordinari fatti che mi sono occorsi nei primi giorni del lug giugno di quest'anno ----- 3 giugno Stamattina mi sono recato, come ogni giorno, a lavoro.

Un leggero sentore di pipì
Chi fosse passato di lì, ignaro, senza ombra di dubbio lo avrebbe scambiato per un groviglio di giornali appallottolati a caso chi sa da chi, chi sa quando, chi sa perché proprio in quel cantuccio sotto i portici.

Il solito dubbio
La nebbia di fumo mi inzuppa i vestiti. Impossibile portare un bambino in un posto del genere, penso. Da qui a pochi anni rimarranno solo vecchi catarrosi, giovani strafatti di nicotina e chi come me non sa dove andare.

Trambusto nel mercato di piazza Menenio Agrippa.
Sono le sette di mattina di giovedì, la settimana prima di Natale. Nel mercato di Piazza Menenio Agrippa, Elvira ha terminato di disporre le verdure e la frutta sui banchi e comincia a servire qualche raro cliente mattiniero.
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