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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Piergiorgio Paterlini

Matrimoni gay

Einaudi, Pag.181 Euro 9,50
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Conosco personalmente l'autore, conosco la sua sensibilità, il suo impegno, il modo in cui lavora, per cui davanti ad un titolo del genere mi sono chiesto: cos'è questa fronda matrimonialista gay che coinvolge anche gli autori più intelligenti? Ma i problemi reali non sono altri?

E' bastato poco per rendermi conto d'avere incautamente preso una posizione di parte: Matrimoni gay (titolo peraltro diverso dalla prima edizione che riportava solo Matrimoni e che la dice lunga sulla "sensibilità" di alcuni settori, sul tentativo di rendere la materia più pubblica per poi sistematicamente relegare la stessa tra gli scaffali più inaccessibili di librerie che passano per essere quantomeno trendy) ha tutt'altro spessore. E' uno spaccato di vita che allarga a dismisura il concetto tradizionale di famiglia (il sottotitolo è, nella sua logica semplicità, istruttivo e capitale: dieci storie di famiglie omosessuali) senza gli orpelli e le chincaglierie di regime di chi grida alla giurisprudenza come unica soluzione.

Gli esempi che Paterlini riporta sono eterogenei, ma speculari, evitando peraltro la spocchiosità (o la triste seriosità) di un impianto saggistico: qui siamo in pieno terreno letterario, dove le storie sono cordoni ombelicali, prima ancora che semplici rappresentazioni di vita. Dove si è scelta la tecnica del narrare in prima persona (i diversi punti di vista dei protagonisti sono segnati da una successione di Uno, Due che ricorda molto gli impianti teatrali ed le sceneggiature... ma quanto dolore e inconfessabile spasimo in "Il fratello di Philadelphia" dove a parlare è solo e soltanto una donna perché la compagna è morta) perché forse è l'unica maniera per esternare una visceralità che questi segmenti di esistenza pretendono.

E' un libro questo dunque che reclama innanzi tutto una valenza letteraria (non chiedetemi perché, non saprei rispondervi, ma se dovessi suggerire una paternità al tutto direi Giovanni Testori) ed è attraverso i cuori dei singoli, che s'avvicendano nel raccontare, che si pongono le basi della vera "giurisprudenza necessaria": Perché colui che amavo giaceva addormentato accanto a me (sono versi di una poesia di Whitman (pag.105) ...le nostre famiglie ci facevano regali per tutti e due, magari lenzuola matrimoniali. Ma sempre senza una parola, una domanda, nulla (pag.147)...Forse è per questo che gli uomini hanno immaginato un'altra vita dopo la morte. Non per il bisogno di un dio. Ma perché probabilmente sappiamo che noi siamo troppo grandi per una vita sola. E se una sola non basta, deve per forza essercene un'altra (pag.155)...Forse perché ero il più vecchio dei due, forse perché la vedevo un po' più io e mi occupavo più io della casa, ma come se fosse del tutto ovvio che, essendo sposati, uno dei due avesse preso il cognome dell'altro (pag.161).

Dunque... l'uomo che ha esattamente il doppio dell'età del compagno (I baffi di Dalì), le due ottantenni già "complici" ai tempi del fascismo (Anno Santo), gli infedeli di Firenze (Su al terzo piano), le lesbiche in crisi che abitano in un quartiere di Roma (Gasometro), la donna che ha perso la sua compagna (Il fratello di Philadelfia), i due giovani di cui uno sentimentalmente in bilico (Cerimonia sul fiume), Daniele e Mauro che accettano una relazione a tre (L'ospite d'estate), l'uomo che cura con amore e devozione il compagno malato di epilessia (Eclissi di sole) rappresentano effettivamente il nuovo corso: quello del diritto naturale ad esistere e a combattere. E' sul terreno dell'effettiva eguaglianza non del rattoppo giuridico che si combatte la battaglia del diritto.

E noi che soffriamo anche di amorevoli sensi, al diritto aggiungiamo l'emozione: le storie raccontate in Matrimoni gay sono le nostre parole. Le abbiamo sussurrate agli orecchi dei più cari, qualcuno ha avuto il buon senso di trascriverle e ricordarcele. Grazie.





di Alfredo Ronci


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