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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Banana Yoshimoto

Le sorelle Donguri

Feltrinelli, Traduzione di Gala Maria Follaco, Pag. 110 Euro 12,00
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“Siamo le sorelle Donguri. Siamo due sorelle che esistono solo tra queste pagine”.
Inizia così, con il frontespizio della homepage del sito che gestiscono, Le sorelle Donguri, l‘ultimo romanzo di Banana Yoshimoto. Insomma cominciamo dai nomi, che poi sono sempre importanti. Il mio nome è Guriko, scrive la narratrice. Mia sorella invece si chiama Donko. Ecco, Donguri è proprio la fusione dei due nomi Don-Guri, che in giapponese significa “ghianda”. Le stesse ghiande che il padre stava raccogliendo mentre aspettava la nascita di Donko, la maggiore.
Scorre veloce la narrazione, leggera, e ci sembra che rispetto alle ultime prove della Yoshimoto (la quadrilogia del Regno, per intenderci) sia migliore. Guriko e Donko — molto unite, ma diversissime tra loro — sono rimaste orfane. Come sempre la scrittrice riesce a descrivere i distacchi che ci riserva la vita — morti, separazioni, viaggi… — in modo lieve, con una sottile vena di malinconia, che poi a ben vedere è il registro di tutta la narrativa di Banana Yoshimoto. È il suo mondo, lo conosciamo bene, una specie di isola calma (non sapremo come meglio definirla), separata dal caos ipermoderno della società giapponese, uno spazio-tempo fuori dallo spazio e dal tempo che ci porta a rivalutare tutte le cose, anche le più piccole. Nulla in questo mondo è privo di significato, dice Guriko, e facciamo fatica a darle torto.
Una buona prova, non c’è che dire. Certo non c’è il tocco magico di Kitchen, ma è un romanzo da leggere. Da leggere perché ci parla della caducità dell’amore — delle storie d’amore a me piace solo il periodo iniziale - dice Donko parlando con la sorella — del tempo che corre in maniera incessante verso la memoria. Mugi-kun, l’ex fidanzato di Guriko, un ragazzo che lei aveva amato tanto in gioventù e che l’aveva ricambiata; ripensandolo lei si domanda dove sia finito quell’amore che aveva animato il loro sentimenti. È finito nel mare, nei monti, nell’aria: si era unito agli elementi più diversi ed era entrato in circolo. Insomma… forse ha ragione Banana Yoshimoto quando dice che l’amore è un incantesimo e che vale la pena chiudere una storia d’amore prima che ci si risvegli da quell’incantesimo. Non vuole dire non amare abbastanza, ma fermare il tempo nel momento in cui si è amato di più.

di Marco Minicangeli @gattospinoso


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