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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Roberto Bolaño

2666

Adelphi , Pag. 963, euro 22,00 Euro 22,00
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Somiglia a una bibbia. Ho qui tra le mani la nuova edizioni Adelphi, che racchiude in un unico tomo 2666, e mi viene in mente una bibbia.

Certamente, riacquistare un romanzo che già si possiede equivale ad un atto di fede, o ad un atto feticista di cieco piacere. E del sofferente piacere di parlare di Roberto Bolaño ho avuto già occasione di scrivere nelle pagine del Paradiso. È un compito enorme, se non impossibile, accingersi a scrivere una recensione di 2666, e non solo per la difficoltà di tracciarne un esaustivo riassunto, ma soprattutto per la consapevolezza che per lungo tempo non riuscirò a trovare qualcosa di più bello, emozionante e commovente.

E potrei continuare, anzi è proprio questo il rischio: far sfilare aggettivi a piacimento nella vana speranza di rendere la grandezza di questo autore; autore totale come la sua opera.

Certo i miei occhi sono inebriati, innamorati, ma riponendo il corposo volume nello scaffale della libreria (sempre che non amiate gli altarini), ci si commuove di sé, spiazzati come davanti alla morte. Morte che tristemente coincide con quella di Roberto Bolaño, nel 2003, poco dopo aver concluso il romanzo, aspettando un trapianto di fegato.

Romanzo totale perché, se si può accennare alla struttura, non è utile incastonare 2666 in alcun genere; almeno non in uno solo.

Romanzo d'avventura, verrebbe da dire per semplificare - cosa certo non amata dall'autore- ma come non trovare nelle 1000 pagine di questa sconfinata avventura, senza cedere un passo di fronte al lirismo poetico che ne accompagna ogni singolo paragrafo, il romanzo di formazione, d'amore, psicologico, il noir, l'hard boiled fino alla più fredda cronaca.

Del resto, ci sarebbe il materiale non solamente per 1000 pagine ma per 10.000, se non si affrontasse il rischio d'incorrere in accuse di alto tradimento. Tante, tantissime storie, alcune appena pennellate, tracciate sembra, per puro e personalissimo piacere narrativo; altre che meritano decine di pagine.

In più interventi Bolaño ha detto di pensare alla letteratura come una cosa autonoma, capace di nascere e proseguire il suo cammino in maniera autosufficiente; forse per questo l'autore pur capace di forgiarne di preziosissime, non ha mai intenzionalmente fornito ai suoi scritti delle sicure stampelle come possono essere i generi: se non è dunque utile analizzarli, può esserlo almeno sottolineare il tema ricorrente dei romanzi dello scrittore cileno.

In 2666 come nei Detective Selvaggi, il motore, il cuore narrativo è la ricerca (sempre uno scrittore scomparso), tema che nell'autore sembra assurgere a un compito divino, un esercizio salvifico del proprio vivere. Un'indagine costruita attraverso un'infinità di voci che amano perdersi per poi ritrovarsi quando ormai non te lo aspetti, alcune apparentemente capziose ma egualmente capaci di tracciare personaggi grandi e minori, tutti utili alla causa. Questo è il cosmo di Roberto Bolaño. Un cosmo che forse per alcuni è più bello che utile. 2666 è un dedalo senza confini di storie, delle sue crepe, dei suoi buchi neri, che insieme creano la Storia.

Rodrigo Fresán (Esperanto; I giardini di Kensington), scrittore amico dell'autore, cercando di riassumere le sue impressioni sulla lettura di 2666, ha presto abbandonato l'impresa riuscendo a scrivere solamente: «Niente da dire. Difficile scrivere qualcosa su tutto».

Il tutto prende forma dall'Europa a Santa Teresa, città di confine nel deserto di Sonora. Il libro comincia, infatti, con l'amicizia di quattro critici di diverse nazionalità (francese, inglese, italiana, spagnola), legati da una stessa passione-ossessione per il misterioso scrittore Benno von Arcimboldi. Tre di loro seguiranno le tracce dello scrittore fino in Messico, a far loro da guida (siamo già nella seconda parte) il professore cileno Amalfitano, che dopo essere sfuggito alla dittatura di Pinochet e aver girato il mondo, si stabilizza a Santa Teresa, nome che cela la vera Ciudad Juàrez, con sua figlia Rosa. Insieme alla ragazza andremo alla scoperta di Oscar Fate, antieroe per eccellenza e redattore sportivo di colore chiamato in Messico per seguire un incontro di boxe (terza parte). Poi le ultime due parti: quella dei delitti, delle efferatezze raccontate con diagnostica freddezza e al contempo con quel lirismo che l'accomuna in parte alla poetica di Edgar Lee Master (infatti, dietro a un catalogo di esemplari umani e vite diverse, si cela un' unica matrice che ci racconta vite disperate e terribilmente concluse) che è forse la parte più lenta, una pausa nera di terrore che Bolaño concede e si concede prima dell'epilogo: La parte di Arcimboldi. La ricerca sembra conclusa, il lettore verrà a sapere qualcosa in più della misteriosa vita dello scrittore tedesco, della sua famiglia, dell'amore per la sorellina e della metamorfosi che l'ha trascinato fino al deserto di Sonora. Eppure non ci basta, vorremmo sapere di più, vorremmo sapere tutto, cosa vedrà il protagonista nel suo viaggio in Messico; e se Roberto Bolaño è Benno Von Arcimboldi e come il suo personaggio ha vissuto la scrittura come un gioco e anche come un affare, un gioco nella misura in cui provava piacere scrivendo, un piacere simile a quello del detective prima di scoprire l'assassino; ancora vorremmo sapere se l'autore non somiglia invece più ad Amalfitano oppure se solamente nel detective selvaggio Arturo Belano possiamo ritrovarlo. Vorremmo sapere Roberto Bolaño ancora vivo, magari perso nei suoi deserti, vorremmo ci regalasse ancora tante pagine e magari, vedere edite anche in Italia le sue poesie.



di Massimiliano Di Mino


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Roberto Bolaño

2666

Adelphi, Pag. 433 Euro 19,00

Credo che La letteratura nazista in America di Bolaño sia uno dei libri più stimolanti ed intelligenti che mi sia capitato di leggere. Come orco poi non potevo non apprezzarlo dal momento che l'arte della pseudobiblia ci appartiene e lo scatto d'ingegno dello scrittore cileno, a ben vedere, può davvero competere con precedenti illustri, a cominciare da Borges.
Ma tutta la produzione offre spunti a non finire:

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Roberto Bolaño

I detective selvaggi

Sellerio, Pag. 816 Euro 16,50

A voler essere onesti fino in fondo, mi dovrei tenere alla larga, il più lontano possibile, dal parlare di questo libro.
Una recensione richiederebbe, se non freddezza, un certo distacco. Certo, una critica non dovrebbe diventare mai e poi mai un'operazione chirurgica capace di dividere e analizzare il libro, il corpo sul lettino, nelle sue infinitesimali parti: ora la lingua, l'inventiva, la costruzione etc... No, la letteratura, fortunatamente, quando è importante, ti rimane dentro come uno spirito evocato a modellarti l'anima

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Roberto Bolaño

Tra parentesi

Adelphi, Pag. 379 Euro 29,00

La letteratura è una malattia. Scrivere è una malattia.
Non si parla dello scrittore maledetto, del martirio, dell'ascetismo o altri metodi per arrivare in cielo, ma più semplicemente di un destino o un demonio che puoi o meno seguire, o al contrario decidere di combattere o raggirare (mettendo su per esempio una tua casa editrice); le lettere, prendendo forma e forza con ogni nuovo libercolo, non si accontentano di tracciare una via, ma tracciano le esistenze, le incidono come solo può fare una grande gioia, un dolore,

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Roberto Bolaño

Amuleto

Adelphi, Pag. 141 Euro 15,00

Il vecchio monaco dell'Hagakure raccomandava di non essere mai stanchi di sentirsi ripetere sempre la stessa storia, perché non si può sapere quando questa diventerà per noi un'esperienza. Non si può sapere quando, e nemmeno perché. Un racconto, come un sogno, in fondo è qualcosa che ci viene dagli altri e che nemmeno ci presuppone, però, per noi, rimane una delle poche possibilità di un'esperienza reale, e magari radicale. Solo non sappiamo come, perché e quando questo avvenga.

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Roberto Bolaño

Il Terzo Reich

Adelphi, Pag. 325 Euro 20,00

Hai voglia a dire. Si fanno tante chiacchiere sulla letteratura e sul suo stato di salute. Si fanno tanti discorsi sulla possibilità di trovare vie d'uscita alla situazione stagnante e corriva della narrativa contemporanea e sull'eventualità, quasi miracolistica, di fare i conti con scrittori capaci ed innovativi e poi di punto in bianco ti capita un libro nel senso più classico del termine (anche con le sue differenziazioni), con una storia semplice e coinvolgente, ed ecco che i pruriti 'intellettualistici si placano e trovi la pace dei sensi.

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Roberto Bolaño

I dispiaceri del vero poliziotto

Adelphi, Pag. 304 Euro 19,00

Mi capita ogni tanto di fare un sogno, quello dove trovo migliaia di monetine disseminate su un prato, che io raccolgo ovviamente con lena fino a riempire bisacce intere: e la raccolta non ha mai fine, perché il soldo è sparso ovunque e in ogni direzione.
Ecco, la letteratura di Bolaño mi ricorda il sogno: come il denaro, nell'attività onirica, una volta parzialmente raccolto diventa del tutto inutile, così la letteratura di Bolaño risulta in parte inessenziale. Come una donna esageratamente in carne: troppa. E dunque accanto ad aspetti positivi, riscontro nell'opera dello scrittore cileno aspetti negativi.

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Roberto Bolaño

Chiamate telefoniche

Piccola Biblioteca Adelphi, Pag. 271 Euro 14,00

Sono venuto ad una conclusione: c'è qualcosa che mi impedisce di capire perfettamente Bolaño. Credo che sia colpa mia e soprattutto per una sorta di idiosincrasia che negli ultimi tempi m'ha neutralizzato l'interesse per la letteratura sudamericana (il colmo? Una resistenza quasi insofferente alle speculazioni borghesiane). Ad essere sinceri il lavoro che più ho apprezzato dello scrittore cileno è stato La letteratura nazista in America che tutto si può dire meno che sia un romanzo (o un romanzo fiume come può capitare appunto per Bolaño) e che invece rinverdiva la tradizione della pseudobiblia.

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Roberto Bolaño

Il gaucho insopportabile

Adelphi, Pag. 160 Euro 18,00

Ultimo libro consegnato alle stampe da Bolaño, quasi un testamento spirituale (così ci viene suggerito) si presenta come una raccolta eterogenea in cui sono riuniti cinque racconti e due conferenze. Il racconto che dà il titolo al libro è la storia di un avvocato di Buenos Aires che a seguito della crisi economica va a rifugiarsi in una sua proprietà sperduta nella pampa.

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Roberto Bolano

Sepolcri di cowboy

Adelphi, Pag. 165 Euro 18.00

So Bolano ho qualche dubbio. Figuriamoci, niente di che, ma a volte mi risulta indigesto (cosa che succede spesso con i letterati dell’America del Sud).

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