I Classici

La letteratura contro se stessa. 'La promessa – Un requiem per il romanzo giallo' di Friedrich Dürrenmatt.
Il romanzo La promessa – Requiem per un romanzo giallo, del 1958, contiene un assunto chiaro e programmatico: la vita è una cosa, il romanzo giallo un'altra.
L'intreccio: è questo l'inganno che il dottor H., ex comandante della polizia cantonale di Zurigo, non sopporta nei romanzi gialli. Per dare una dimostrazione della sua tesi, secondo la quale nelle trame romanzesche "tutto accade come in un partita a scacchi,

Donne in odor di modernità: 'Nessuno torna indietro' di Alba De Céspedes
Scritto nel 1934, pubblicato nel 1938, ebbe straordinario successo, tanto che alla diciassettesima edizione il regime fascista si sentì in dovere di censurarlo, perché scomodo: cosa accidenti erano quelle donne che farfugliavano di libertà dai maschi, che erano madri senza essere sposate e che reclamavano una sacrosanta dignità? Ben lontane dunque dall'immagine delle 'figlie della lupa', delle 'piccole italiane' e delle 'giovani italiane', esempi femminili a cui il regime non ha ancora dato uno status politico (le donne continuano a non votare) e che vuole relegare in un ambito strettamente casalingo anche se supportato ed abbinato ad una ferrea disciplina sportiva.

Il suo biglietto d'addio: 'La luna e i falò' di Cesare Pavese.
Mai titolo fu stimolo d'interpretazioni così ampie, perché La luna e i falò non è solo un requisito essenziale per capire la sostanza pavesiana e la sua 'contadinità', ma paradossalmente argomento contrario, di metafora in metafora, il senso della vita, della morte e della battaglia politica.
Vediamo meglio: protagonista un emigrante che tornato dall'America ripercorre, insieme al suo amico d'infanzia Nuto, vie e luoghi della sua giovinezza:

Vedi Napoli e poi fuggi: 'Il mare non bagna Napoli' di Anna Maria Ortese.
L'Ortese confessò che nel periodo in cui scrisse Il mare non bagna Napoli era preda di nevrosi, per la quale scoprì causa solo dopo: la metafisica. Che per molti è parola-grilletto e che spesso ha capacità di spiazzamento e di frantumare il presente.
Noi riconduciamo il tutto ad una linearità volutamente marcata e proprio nel significato più diretto o forse semplicistico diciamo: contrapposizione alla realtà. E questa crediamo fosse il significato delle fratture della scrittrice, che non esitò ad aggiungere:

La vendetta del non saper vivere: 'Le due zittelle' di Tommaso Landolfi.
Idolina Landolfi, figlia di Tommaso, e traduttrice di valore e pregio, nell'edizione del libro che andiamo a curare, s'industria sulla sua storia editoriale: che può essere curiosa ed illuminante, ma toglie l'essenza ad uno dei racconti più straordinari del novecento europeo.
Sì certo, la contesa dello scritto tra l'editore di allora Enrico Vallecchi e Bompiani, che pubblicò nel '46 Le due zittelle fu anche accesa, tanto che il primo andò su tutte le furie nel vedere il volumetto pubblicato diversamente, ma rimane in sostanza diatriba ininfluente:

La realtà che mangia se stessa: 'Il serpente' di Luigi Malerba
Riflettendo sulla storia 'recente' bisogna dire che il nostro romanzo, nonostante una certa coerenza di fondo, ha sempre subìto scossoni di un certo rilievo: già a fine ottocento Vittorio Imbriani certificò , soprattutto con Dio ne scampi dagli Orsenigo, una certa insofferenza, attraverso la parodizzazione, per il melenso sentimentalismo di quei tempi. E che dire di Bontempelli, degli stessi futuristi e per altre 'sponde' la tentazione neorealista, che scardinava anche il dannunzianesimo, di Eurialo De Michelis?

L'onestà di un uomo 'nudo': 'Il segreto di Luca' di Ignazio Silone.
Il segreto di Luca è un romanzo di due uomini per bene, e sarebbe anche superfluo aggiungere che di questi tempi avrebbe meritoria influenza già di per sé. Però va detto, perché lo si qualifichi in modo inequivocabile; ma va anche sottolineato che rappresenta una sorta di diversità nell'opera letteraria dello scrittore abruzzese. Diversità dalla tematica politica e personale dell'uomo, prima ancora che intellettuale, perennemente 'preso' dalla necessità di far corrispondere il proprio senso della democrazia con quello, ugualmente pregnante, dell'arte.

Il piccolo mondo di Eurialo De Michelis: 'Bugie'.
Sconvolge l'assenza di un nome come Eurialo De Michelis in alcune 'storie' della letteratura italiana. Quella voluminosa di Walter Pedullà, per esempio, nemmeno lo menziona: ed è francamente uno scandalo. A questo punto ci si chiede cosa si possa insegnare agli altri, visti i presupposti, e se necessità debba insorgere in noi perché si cambi prospettiva in funzione di una nuova revisione culturale (che non vuol essere revisionismo).

Il romanzo e l'enigma. 'Soldati di Salamina' di Javier Cercas
Questo libro, che scruta nelle pieghe della guerra civile spagnola, è la storia di Rafael Sanchez Mazas, ideologo della falange e scrittore, e del come e del perché un repubblicano che poteva giustiziarlo, avesse deciso di non farlo. Questo libro è soprattutto storia della sua ricostruzione, di come il narratore, un giornalista e scrittore che porta lo stesso nome dell'autore empirico, attraverso molteplici testimonianze e piste vere e false cerchi di recuperare più al senso che alla mera memoria quell'episodio incredibile.

Un libro troppo presto dimenticato: 'Ore perse vivere a sedici anni' di Caterina Saviane.
Vivo con mia madre: mio padre è un prodotto della stampa. Che frase solenne.
Sì, il padre era quel Sergio Saviane, scrittore, giornalista, che per molti anni tenne un'irresistibile rubrica su L'espresso e fu anche co-fondatore de Il Male. Lei la giovanissima figlia, che a sedici anni esordisce nell'allora prestigiosa collana 'Franchi narratori' della Feltrinelli e piazza un piccolo libro che nel corso del tempo è divenuto un oggetto di culto, ma mai ristampato per i soliti motivi che si ignorano ma che sono davanti agli occhi di tutti.
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