Cinema e Musica
Brilli ma non troppo: " Americana " di Neil Young e i Crazy Horse
Spazzate dalla mente Nashville e il country, evitate paragoni con Guthrie, Cash e compagnia bella, tornate, se ci riuscite, alla prateria e alla frontiera, alla carovana, ma in quell'atmosfera, anziché dei cafoni alla ricerca dell'eldorado, piazzateci Americana la miscellanea folk di Neil Young e i Crazy Horse al completo. Immaginate perciò gli evoluti coloni, quali si mostrano questi artisti, che se ne intendono di cultura peyotil e di psikedelia, riprendere allegramente le ballate di una tradizione nord europea che si è poi radicata negli USA.
Stavolta è andata meglio: Tributo a Ivan Graziani.
Sì, è andata dignitosamente bene, perché in genere gli omaggi che si fanno ai cantanti spesso funzionano come le crestomazie nel campo letterario: mica tutto può andare liscio, mica tutto può brillare come fosse lavato col Dash.
Intanto ci fa piacere che l'artista a cui va il tributo sia Ivan Graziani. Ahinoi troppo presto scomparso, ha lasciato, forse ancor più di altri artisti sopravvalutati (uno tra tutti: Rino Gaetano), una manciata di canzoni che superano di gran lunga l'incedere del tempo e sanno trasmettere ancor oggi emozioni cristalline e sincere.
La liceale interpreta l'hipster: 'Norma Deloris Egstrom – A Tribute To Peggy Lee' di Jessica Pilnas
Jessica Pilnas è buona per i saggi d'istituto e per i viking pub. E' un po' troppo pompata dal produttore che dichiara e fa dire a certuni che la scolara abbia una qualche affinità con Peggy Lee, al secolo, Norma Deloris Egstrom. Entrambe svedesi, ma non mi sembra esservi dell'altro. La Pilnas è una pop singer che si studia una parte, Peggy Lee era una bopper, scendeva nel groove, lo scavava, lo riportava in aria con una timbrica non fasulla, dallo spettro inondante e sensuale: hot jazz per l'appunto e non seghe ai grilli!
Il fascino acustico di Cassandra Wilson: 'Another country'.
Cosa è rimasto della genia delle cantanti jazz? Poco e niente, rispetto soprattutto ai fulgori degli anni quaranta, cinquanta e sessanta del secolo scorso.
Parlare di Cassandra Wilson come 'solo' cantante jazz è un poco riduttivo, perché è anche cantautrice e 'organizzatrice' dei suoi lavori ma, nonostante ciò, e devo essere sincero, negli ultimi anni avevo smesso di seguirla (nonostante il 'Times' l'abbia definita qualche tempo fa America's best singer)
Rave forever: 'The Expand Your Mind' di Roberto Milanesi e Mike Anderson.
Cantori, rimatori e i poeti, da sempre, hanno sentito il bisogno di essere accompagnati dalla musica, non solo note scritte sul pentagramma, ma suoni della natura, della città, sound mescolati a voci e sospiri, rumori, arpeggi e accordi amalgamati con lo stridio di una sega circolare, il ronfare di un animale, la voce del mare e delle galassie e onomatopeici richiami per comporre, "performare" e così aderire ad un contesto dell'anima e dell'esistenza.
Etica e libertà oltre il deserto dei pixel: "Bella addormentata" di Bellocchio
Bellocchio prende le distanze dall'Italia facile e caciarona dei salotti televisivi, e ci ricorda con cupa delicatezza cosa significhi distaccarsi dalla gogna mediatica, nata in seno al chiacchiericcio superficiale e utilitaristico a cui ci siamo pigramente abituati.
Siamo nel Febbraio 2009, Beppino Englaro, padre di Eluana che è in coma da 17 anni, fa condurre la figlia a Udine in una struttura in cui sono presenti medici disposti a interrompere il trattamento.
L'alieno è tornato: 'Cut the world' di Antony and the Johnsons.
Lui è un alieno, è una creatura celestiale, è il nostro incubo nipponico (vedere foto all'interno), è la nostra matrona, il nostro sogno irrequieto, il nostro contatto con l'altra dimensione.
Antony è tornato con un'opera dal vivo, registrata il 2 e il 3 settembre del 2011, ma che non sembra dal vivo ed accompagnato dalla Danish National Chamber Orchestra.
Onestamente quando un'artista rielabora le sue migliori cose e si fa armonizzare da un'intera orchestra arriccio un po' il naso,
Reggae Party con l'outsider: 'Rebirth ' di Jimmy Cliff
E' ora di muovere le natiche gente perchè è tornato Jimmy Cliff, ammesso che sia mai andato via, lui è qui con una rinata e risorta vitalità che riporta a quel verso di 'The harder they come the harder they fall': "... and I'll keep on fightin' for the things I want... "! Sì, la vocazione sociale, creativa e collettiva di questo 64enne non si è mai spenta e vi vedo già coi vostri lumini agitarvi, ancheggiare al ritmo lacrimevole ma caldo e sostenuto di 'Cry no more', che mi piace il giusto con il mondo a capasotto di 'World Upside Down' perché c'è di meglio in Rebirth nato in sintonia con quel punk dei Rancid, Tim Armstrong.
L'ex corvo vola a ritroso: 'Big moon ritual' dei Chris Robinson Brotherhood.
Nel titolo ho scritto ex, ma davvero non so, e non sto dietro a gossip del genere, se Chris Robinson, cantante ed anima del Black Crowes, ha lasciato il gruppo, certo è che come spirito irrequieto e stimolante si da molto da fare.
Chris Robinson Brotherhood è un progetto non nuovo, ma nel corso del tempo ha sempre più assunto le sembianze di una band rincorsa da fantasmi degli anni sessanta/settanta.
Personalmente ho un po' aspettato la segnalazione di questo disco, dopo però averlo ascoltato attentamente, per vedere e leggere le solite nenie enumeratrici dei vari blog o siti musicali.
Le brume dark del ritorno dei Dead Can Dance: 'Anastasis'.
Diciamocela anche per scherzare: se nel mondo esistono eserciti d'individui vestiti di nero con indosso un sacco di ammennicoli lo dobbiamo anche ai due dei Dead Can Dance che, con la loro musica, hanno in qualche modo sdoganato una certa propensione giovanile all'oscurità e al facile maledettismo. Però celiando non possiamo non ammettere che Brendan Perry e Lisa Gerrard ci sanno veramente fare (soprattutto il primo!).
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