Cinema e Musica

I Depeche Mode confezionano un album politico. E si dimenticano della musica.
Nell'apprestarmi a scrivere di una delle mie band preferite ho dovuto fare parecchio esercizio zen. Non è facile stroncare in questi casi. Soprattutto quando leggi in giro recensioni entusiaste su un album che a mio avviso fa toccare loro (quasi) il fondo.

Dal letame nascono i fiori: Moonlight
È un film duro, a tratti perfino sgradevole non per demerito, ma perché schiaffeggia lo spettatore con la crudezza di situazioni che sappiamo vere. Il bullismo, ad esempio, verso un bambino che fin da piccolo è visto come un diverso (sospettato di omosessualità) o forse trattato come diverso soprattutto perché indifeso. E a monte l’impossibilità di essere amato da una madre sola, sbandata, drogata e dedita alla prostituzione, lei per prima una vittima.

Chi non muore... Me myself I, world tour. Di Joan Armatrading.
Vero, come si dice dalle nostre parti… chi non muore… Veramente Joan Armatrading non è mai morta, solo che l’isteria tutta italica e la pigrizia degli ascoltatori, ha fatto sì che una preziosissima artista inglese abbia avuto un riguardo in Italia solo negli anni ottanta o giù di lì.

L'eleganza e l'evocazione nel nuovo splendido album dei Two Moons, “Cognitive Dissonance”
Dei Two Moons abbiamo già parlato in occasione del loro terzo album, Colors. Una graditissima sorpresa nel panorama musicale italiano che a me personalmente, per qualità del sound, per arrangiamento, per l'originalità della voce e per l'azzardo stilistico, aveva lasciato di stucco. Soprattutto in un paese, il nostro, in cui l'Underground non riesce più a far emergere un gruppo decente ormai da anni.

Comunicare significa cambiare: Arrival
Una gioia per gli occhi e per le orecchie gli effetti studiati per dare il senso di alienità. Non parlo degli ectapodi, creature che rientrano nella migliore tradizione polipoide, pertanto ampiamente scontate. Mi riferisco, per l’aspetto visivo, alle panoramiche delle astronavi sospese sul paesaggio terrestre.

L'amore al tempo delle spie: Allied
Pessima idea quella di avvicinarsi a questo film come se fosse un remake di Casablanca. Eppure molti si sono fatti suggestionare dal vago riferimento. Col rischio di uscirne delusi o confusi. Invece si deve stare tranquilli: nessuno ha tentato di turbare la quiete dell’illustre icona, nessuna profanazione dell’oggetto di culto è in agguato.

L’insostenibile logica del martirio: Silence
Nello scenario di un Giappone dal paesaggio lussureggiante e selvaggio, spesso avvolto dalle nebbie (Kurosawa non è passato invano) due giovani missionari portoghesi del XVII secolo abbracciano l’impresa impossibile di rintracciare padre Ferreira, loro maestro e mentore, di cui si dice, ma la notizia appare inverosimile, che abbia abiurato la fede cristiana per sfuggire al martirio.

Quando l’incubo è il risveglio: Passengers
Un giovane meccanico intenzionato a trasferirsi come colono su un lontano pianeta e imbarcato su un’astronave in stato di ibernazione, si risveglia convinto di essere ormai prossimo all’atterraggio, ma scopre con orrore che un malfunzionamento del sistema ha determinato il suo risveglio con un anticipo di novant’anni.

Il settantenne che cerca la serenità: This Path Tonight di Graham Nash.
Tempo fa parlammo di David Crosby e del suo bellissimo, ultimo, album. E’ tempo ormai che non parliamo di Young, ma solo perché si sta ormai spulciando l’impossibile del suo passato.
L’isteria non paga: “Amici non ne ho…ma amiche sì” della Bertè.
Della serie L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente. Eh sì, la Bertè in questo lavoro urla, sbraita, s’impenna e grida. Perché? Perché crede che il mondo intero ce l’abbia con lei e che qualcuno vorrebbe non averla tra i piedi. Dunque lei urla e sbraita.
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