Recensioni

Una cosa piccola che sta per esplodere
Minimum fax, Pag.158 Euro 10,00Dunque, la scuola. Ebbene sì, comincio da qui. L'insistenza con cui la scuola italiana tralascia la letteratura contemporanea (ma per contemporanea intendo quella subito prima e dopo la seconda guerra mondiale) ha inevitabilmente indotto molti ragazzi a convogliare i propri interessi nella direzione indicata dal mercato. Mercato che spesso, almeno per quel che riguarda la narrativa, non è mera merceologia, per fortuna, ma che comunque è indice di un potere mediologico.

Quelli che restano
Meridiano Zero, Pag. 207 Euro 13.00Mi sono sempre chiesta se l'atmosfera creata da un film sia paragonabile a quella creata da un libro. Nella lettura di un libro subentrano condizioni (soprattutto la capacità visionaria dell'individuo) che stravolgono anche le stesse intenzioni dell'autore, per quanto bravo e ineccepibilmente descrittivo. Il film impone una visione che non può essere sostituita, a meno che non si voglia sognare a occhi chiusi di fronte ad uno schermo.
Ho fatto questo discorso perché il libro che vado a presentare mi ha suggerito alcuni agganci.

Mille anni che sto qui
Einaudi, Pag.245 Euro15.00L'operazione di Mariolina Venezia (e che vi devo dire, l'impressione è quella, forse meno mirata del solito, pur sempre manovra) sta esattamente a metà strada tra l'ardimentosa operazione (e parliamo sempre di casa Einaudi) di Terra Matta, il quasi interminabile diario del contadino semianalfabeta Vincenzo Rabito, e le cahiers de doleance infantili del Verderame di Michele Mari (su cui torneremo con più dettagli e con una recensione ad hoc).

Nessun giorno ritorna
Giulio Perrone Editore, Pag. 87 Euro 5,00Tre brevi racconti, crediamo noi, presi da un vecchio quaderno con la copertina nera e magari conservati in un trumeau della nonna tarlato. Una sorta di scrigno della memoria, del buon tempo che fu, che spesso buon tempo non fu, ma che assurgono a testimonianza fulgida di una ricerca del passato perduto.
Tre racconti con ambientazioni diverse. Il primo: Roma. La città è quella del 1941, ancora non morta del tutto, ma mortificata da una legislazione vigliacca che emarginò gli ebrei e alla fine li rastrellò.

All'armi siam ridicoli. Fascisti a Magliano.
Stampa Alternativa, Pag.93 Euro 9,00Dal 1948 al 1962 il regista romano Luigi Zampa realizzò una sorta di trilogia "fascista": si cominciò con Anni difficili (1948), Anni facili (1953) ed infine Anni ruggenti (1962). Tutti e tre sceneggiati da Vitaliano Brancati (anche se all'uscita del terzo titolo lo scrittore era già morto da parecchi anni). Opere queste, soprattutto Anni ruggenti, che si contraddistinguevano per una forte valenza satirica accompagnate da robuste iniezioni d'ironia.

Americane avventurose
Adelphi, Pag.197 Euro 18,00In una lista delle "Cose che non farò mai" Mae West annota, fra gli altri precetti auto-imposti: preoccuparmi delle persone che fischiettano nei camerini o dei conti stratosferici.
Ed è così, con questa leggerezza per le cose pesanti e serietà per le cose frivole, che viveva Mae West, una delle tante affascinanti donne che Cristina De Stefano ci narra in questa storia del '900. Perché tale è Americane avventurose: un avvincente cammino iniziatico in un secolo breve e infinito, visto attraverso gli occhi di eroine contemporanee che di eroico hanno soprattutto l'esser donna in un periodo in cui era vivamente sconsigliato.

Psicoposta
Castelvecchi, Pag. 159 Euro 13,00Del libro si presuppone, anche se la quarta di copertina non lo dice, che sia una sorta di riassunto di una rubrica che il regista (e molto altro) tiene sulle pagine di XL di Repubblica (e poi ci si chiede perché dei ragazzi filmino la morte della propria compagna e riversino le immagini su You Tube... ti credo, se leggono quella robaccia!).
E si presuppone pure che se non si è forniti di una buona dose d'ironia e di un senso meno castrante delle ridondanze intellettuali si rischia di far la fine del mulo di Monte Porzio

Per sempre
Bompiani, Pag.154 Euro 14.00Romanzo che s'inserisce alla perfezione nel dopo-voto referendario sul pacchetto Welfare e sul perché i lavoratori dei call center avrebbero votato per il sì (la Rossanda sul Manifesto dice perché non si ha il coraggio di perdere quel poco che si ha. Allegria! direbbe Buongiorno.). Romanzo che s'inserisce perfettamente nella riflessione veltroniana, lanciata in un'intervista sul Corsera (12 ottobre) dove il leader del partito democratico ha vaticinato che i ragazzi di domani non saranno peggio di quelli di oggi e meno politicizzati di quelli di ieri.

Il piacere del crimine
Giulio Perrone Editore, Pag.191 Euro 12,00Pignolerei (lo so, è un neologismo). Ma sulla traduzione del titolo avrei da complimentarmi con l'estensore italiano. L'originale è: Le bonheur dans le crime, preso tra l'altro da un'opera di Barbey d'Aurevilly. Tradotto: Il piacere del crimine. Si noterà la differenza e cioè che si è preferito il "del" al "nel", ma per carità, sottigliezze, d'altronde in francese la preposizione "dans" ha delle sfumature ancor più ricche, pensiamo all'espressione dans l'espoir de che diventa con la speranza di. O addirittura quando la si usa per esprimere una cifra non definita: il a dans les cinquanta ans sta per ha circa cinquant'anni.

Libroterapia
Salani, Pag. 83 Euro 10.00Come si vivrebbe senza libri? Come potremmo andare avanti senza il rumore dei fogli che girano sotto le nostre dita? Ma soprattutto siamo davvero consci del valore terapeutico del libro? In una società fatta di terapie per ogni sintomo patologico reale o inventato, ce n'è una che preveda il libro?
Libroterapia di Miro Silvera ci fa viaggiare all'interno e all'esterno di queste domande, dandoci risposte a quesiti che spesso non avevamo pensato nemmeno di porci.
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